Le conseguenze economiche delle nuove tecnologie di comunicazione

Tra i dati relativi all’adozione delle ICT quello che emerge con chiarezza è l’altissima diffusione di Internet, percepita da tutti come una tecnologia indispensabile. Tuttavia, se è vero che l’accesso al Web è aumentato in maniera esponenziale, non significa necessariamente che sia stato fatto un grande passo in avanti: non è tanto la quantità di fruizione a preoccupare, bensì altri aspetti.
Uno di questi riguarda il modo con cui le persone si approcciano al fenomeno. Gli individui, siano essi cittadini o imprese, sembrano essere stati investiti, loro malgrado, da un cambiamento tecnologico globale e improvviso. Così, “catapultate” in un nuovo mondo, anche le PMI, cuore dell’imprenditoria italiana, non hanno potuto fare altro che adattarsi all’evoluzione tecnologica, pur ignorandone, quasi spaventate, la sua importanza.

Le imprese di maggiori dimensioni, invece, proprio perché in continua competizione con realtà internazionali tecnologicamente più avanzate, hanno avuto meno difficoltà nell’approcciarsi alle nuove tecnologie e dunque hanno cavalcato in modo migliore l’onda del cambiamento. Le ICT sono, infatti, strumenti potentissimi, e un balzo reale non può che essere fatto adottando un atteggiamento tutt’altro che ostile nei loro confronti: le imprese, pubbliche o private, dovrebbero trovare il coraggio di studiare, sperimentare e lanciarsi nell’innovazione, facendo così da traino per l’intera società. Andrebbe mutata l’idea generale che si ha delle nuove tecnologie, iniziando a considerarle uno strumento che permetta di credere in una vera evoluzione e non come qualcosa piovuto dal cielo o “imposto” dall’alto.
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Molti portali aziendali sono, infatti, realizzati grossolanamente, in sola lingua italiana, senza implementare sezioni importanti che potrebbero aumentare la rilevanza dell’impresa in termini sia di visibilità e sia di profitti. La maggior parte delle PMI utilizza Internet al pari di uno spazio pubblicitario (permettendo al cliente di consultare cataloghi o listini dei prezzi), cui difficilmente fa seguito la possibilità di concludere online le transazioni. L’assenza di sezioni multilingue, inoltre, ne limita spesso l’accessibilità ai soli clienti italiani, neutralizzando così l’enorme capillarità offerta dal web e da un punto di vista economico, questo aspetto, non è per nulla trascurabile. In un contesto del genere, i potenziali consumatori (nazionali e non) di un’impresa italiana, spinti dall’inesistenza di un commercio elettronico, si sposteranno altrove. Così facendo, ossia ricercando il prodotto in altro modo o valutando i servizi offerti da siti stranieri, il gap commerciale tra l’Italia e il resto del mondo non può che aumentare.