Com'è cambiato il racconto del calcio

L'informazione sportiva, da Canale 5 del Biscione fino a Sky Sport ed alle nuove tecnologie dicomunicazione, è stata sempre un terreno fecondo per la concorrenza tra i diversi operatori. Tutto è nato alla fine del 1980, in occasione del Mundialito, un torneo inventato in Uruguay, riservato alle nazionali di calcio che hanno vinto almeno una volta la Coppa del Mondo. Una società panamense, la Strasand, ne aveva acquistato i diritti televisivi e, dopo una trattativa fallita con l'Eurovisione, li aveva ceduti all'emittente italiana Canale 5, per la cifra di 900.000 dollari. Persa l’asta, la Rai è dovuta correre ai ripari e per non perdere completamente il torneo ha trovato un accordo con l'emittente milanese di Silvio Berlusconi. La Rai poteva trasmettere le partite della Nazionale, mentre in cambio Canale 5 otteneva l'autorizzazione alla trasmissione delle partite in diretta per la Lombardia e in differita sul resto del territorio nazionale. L’episodio ha segnato ufficialmente l’inizio della sfida per i diritti tv. Una partita infinita, giocata a colpi di miliardi e, successivamente, di milioni di euro da tutte le emittenti di riferimento, con l’inserimento a volte di qualche “outsider”, che sta continuando tuttora e sembra destinata a durare ancora per molto tempo.
Le telecronache, intanto, si erano riempite di inquadrature, i replay erano proposti da almeno tre angolazioni. Il campo veniva scrutato in lungo e in largo dall’occhio di dodici telecamere, più una sospesa a 40 metri di altezza. In questo periodo, inoltre, il marketing ha cominciato ad influenzare pesantemente il mondo del calcio tanto che, nel 1980, la Coppa Intercontinentale è stata ribattezzata Coppa Toyota, dopo che la casa automobilistica giapponese ne aveva preso l'esclusiva, trasferendo a Tokyo la sede della finale tra la squadrache aveva vinto la Coppa dei Campioni in Europa e quella che si era aggiudicata la Coppa Libertadores in Sudamerica.