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Profili di security applicati alle piattaforme marine

L’evoluzione del concetto di security applicati alle piattaforme marine

Gli attacchi terroristici dell’11 Settembre 2001 hanno evidenziato quanto il nostro mondo sia vulnerabile, spingendo dapprima i vari Governi e poi le principali organizzazioni internazionali ad approvare adeguate contromisure in modo da essere pronti a prevenire e fronteggiare al meglio situazioni di emergenza di questo tipo. Le contromisure non hanno riguardato il solo mondo del trasporto aereo, duramente colpito da tali attacchi, ma il mondo dei trasporti in generale, poiché, in assenza di adeguate misure di sicurezza e controllo, qualsiasi mezzo potrebbe essere utilizzato come arma impropria a fini terroristici causando enormi stragi. In campo marittimo non sono solo le navi passeggeri ad essere potenziali obiettivi/veicoli di attentati terroristici, ma anche quelle cargo, specialmente se trasportano merci pericolose, le piattaforme e gli impianti portuali. Per questo motivo accanto al tradizionale concetto di safety, che riguarda la sicurezza della navigazione in generale in senso fisico tecnico, è stato introdotto lo specifico concetto di security, ovvero sicurezza in relazione al fenomeno del terrorismo. Il terrorismo può essere definito come minaccia o uso di violenza con l'intento di causare timore in un determinato gruppo di persone, al fine di conseguire un obiettivo politico, e si differenzia pertanto dalla pirateria, flagello tradizionale della navigazione, in cui le rapine e le violenze avvengono esclusivamente al fine di conseguire guadagni privati.
Già in tempi non sospetti, ben prima dell’11 Settembre, erano stati presi provvedimenti per combattere la pirateria e, in seguito, il terrorismo marittimo, fenomeno più recente. In particolare, il tragico dirottamento dell’Achille Lauro, avvenuto ad opera di terroristi palestinesi nel 1985, aveva posto in rilievo la mancanza di norme di diritto uniforme dirette a disciplinare fenomeni del genere, non essendo applicabili alla fattispecie le disposizioni esistenti sulla pirateria. Cominciarono così in seno all’IMO i lavori per la Convenzione per la repressione degli atti illeciti contro la sicurezza della navigazione marittima, che fu firmata a Roma nel 1988 insieme al Protocollo per la repressione di atti illeciti contro la sicurezza delle piattaforme fisse situate sulla piattaforma continentale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Profili di security applicati alle piattaforme marine

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Informazioni tesi

  Autore: Anita Passano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli studi di Genova
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia marittima e dei trasporti
  Relatore: Giorgia Boi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 60

FAQ

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Parole chiave

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