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La sicurezza sul lavoro e l'interazione con la musica

L'attiva militanza della musica

Attraverso la musica si può compiere, inoltre, un’attiva militanza. I motori del progresso sono, infatti, il sapere e la trasmissione di informazione. I musicisti cercano di creare uno spazio di comunicazione, si impegnano a mettere al servizio degli altri quello che fanno. I testi comunicano, infatti, dei messaggi importanti sulla società e sul tempo in cui viviamo, mostrando le straordinarie potenzialità creative della parola e della musica. L’arte diviene, così, un ottimo traghetto per suscitare l’interesse del pubblico.
Anna Identici canta, nel 1962, al Festival di Sanremo “Era bello il mio ragazzo”. Si presentò sul palco con una canzone d’amore e di morte e, dopo questa interpretazione, andò sempre più distaccandosi dal giro dello spettacolo commerciale per collocarsi nel circuito alternativo che, in questi anni, ci ha proposto varie canzoni, attraverso cantautori come Gualtiero Bertelli o Ivan Della Mea, che hanno cantato la condizione degli operai nel Nord Est d’Italia. Di Ivan Della Mea è significativa la ballata “Con la lettera del prete”, scritta in milanese, che narra la storia di un “terrone” che trova lavoro a Milano, grazie alla lettera di raccomandazione scritta dal parroco del suo paese. Il ragazzo accetta tutte le condizioni proposte dal “padrone”, ma poi ecco l’incidente sul lavoro e così tornerà al suo paese a chiedere l’elemosina dinnanzi la chiesa.
Le canzoni, certo, sembrano lontane quando si vedono al telegiornale i morti delle fabbriche, i precari dei call-center, i raccoglitori di pomodori nei campi della Puglia, i raccoglitori delle arance nelle campagne sicule o calabre ed ancora, le morti bianche nei cantieri abusivi, le migliaia di persone affette da mesotelioma. Ma è sempre difficile far finta che il filo diretto che lega musica e società non esista, infatti, la cultura ha sempre cercato di farsi carico dei malesseri sociali tentando di portarli alla luce, di offrire loro uno spazio e, al pubblico, la possibilità di una riflessione. È, così, che il mondo del lavoro, negli ultimi anni, ha fatto il suo ingresso nel mondo del cinema, della letteratura, del teatro e della musica, grazie alla sensibilità di artisti attenti a cogliere i segnali della società (spesso attraverso esperienze dirette), con l’obiettivo di restituirli con forza alla società stessa. Più che mai, oggi, tornano attuali i testi degli anni sessanta e settanta, in cui si affrontano temi molto attuali, quali le condizioni economiche degli operai, il loro futuro spezzato, l’inquinamento, l’alienazione prodotta da quello che, solo in seguito, verrà chiamato con il suo vero nome: stress lavoro-correlato, che intacca e distrugge la sfera del privato ed i sentimenti. In “Uguaglianza”, Paolo Pietrangeli si arrabbia forte cantando la morte di un compagno ed ogni volta che canta ritrova intatta la rabbia, la voglia di non cedere, la fede in quel che si può fare quando si è in tanti o anche da soli, per cambiare le cose. Stomy Six, poi, che canta la morte nella routine dei giorni che si susseguono in “Buon lavoro”, una canzone politica del 1977.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La sicurezza sul lavoro e l'interazione con la musica

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Informazioni tesi

  Autore: Nerea Costantini
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Macerata
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Scienze Politiche
  Relatore: Giuliana Ciocca
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 258

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