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L’attività motoria all'interno dell'I.P.M. come strumento di integrazione psico-fisica

Il concetto di rispetto e la sua applicazione, vantaggi e svantaggi

Il significato autentico del concetto di rispetto viene spesso sovvertito in carcere, diventando un atteggiamento che il ragazzo deve tenere nei confronti di chi “è più forte” o da chi “è da più tempo” detenuto.
Questa forma di rispetto risulta falsata, in quanto deriva da un sentimento di paura e non di stima per qualcuno; rispettare qualcuno o qualcosa significa credere in quella persona o considerare il valore di quell’oggetto come se fosse proprio.
Il rispetto delle regole è dunque un aspetto importante della vita in carcere e se anche attraverso l’attività sportiva si può giungere ad un miglioramento delle condizioni tra detenuti, non si può che maggiormente sottolineare l’importanza di questa possibilità che ogni istituto penitenziario possiede.
Riguardo al concetto di rispetto in carcere, si ritiene interessante riportare una parte della relazione del professor Romano tenuta al convegno Uisp “Lo sport in carcere tra aggressività e rispetto delle regole”, a Castiglione delle Stiviere (Mantova), in data 22 novembre 2008 nella quale egli sostiene che “… spesso il detenuto si trova nella condizione di mostrare rispetto a persone che non lo meritano solo perché amici di persone per così dire influenti all’interno o all’esterno.”
Non è facile dunque avere esempi di comportamenti corretti in un ambiente che raccoglie persone con diversa cultura e intenti senza dimenticare che per far rispettare le regole di un istituto è comprensibile e umano alzare la voce quando si indossa la divisa.
Talvolta si corre il rischio di abusare del ruolo di guardia carceraria e questo è molto sentito dai ragazzi e contribuisce ad alterare lo stato d’animo e le relazioni umane.
Abbiamo visto che le figure con le quali i detenuti sono maggiormente abituati a rapportarsi sono principalmente gli agenti di polizia penitenziaria.
Il loro compito principale consiste nel far rispettare il regolamento penitenziario e prevenire il nascere di conflitti tra detenuti ed il loro lavoro, inevitabilmente, comporta numerosi contrasti, più o meno significativi, con i detenuti.
La possibilità di praticare un’attività sportiva in cui entrambe le parti sono unite nel campo, concentrate a portar via il pallone e ad esprimere forza e precisione, contribuisce a ridurre notevolmente i conflitti interni.
Le regole carcerarie possono essere suddivise in prescrittive e in proscrittive ovvero quelle che disciplinano i comportamenti umani da tenere e da evitare. Le prime riguardano dunque la buona educazione, l’igiene personale e ambientale e il rispetto degli spazi comuni sia all’interno che all’aria aperta.
Le seconde sono quelle che vietano un comportamento facendo rientrare in tale contesto tutte quelle regole che sono in relazione a rapporti tra lo staff carcerario, la polizia penitenziaria e i detenuti.
Lo spazio più sottoposto alle regole comunitarie è quello previsto per l’ora d’aria, quindi anche durante le attività sportive, in cui si nota un conformismo generale nei comportamenti: tutti fanno le stesse cose.
Alla base di quest’uniformità di atteggiamenti stanno proprio quelle regole comunitarie che diventano a poco a poco vere e proprie “norme di rispetto”. Altri valori si sviluppano all’interno di un carcere, così come nella società libera e tra questi si possono citare forme di solidarietà, espressioni d’amicizia, tentativi di espressione della libertà e dell’uguaglianza. Un pluralismo di valori che spesso entrano in conflitto tra loro, lasciando all’individuo la scelta riguardo a quale di questi dare importanza.
Si deve tener conto che i ragazzi sono legati tra loro in uno spazio fisico ristretto e anche in uno spazio temporale ristretto, per cui, è difficile e talvolta poco conveniente costruire un rapporto di amicizia autentico se dopo poco non si avranno più contatti e relazioni dirette.
Oggi la situazione è cambiata rispetto a qualche anno fa, soprattutto per la forte presenza di detenuti stranieri e quindi si parla del rispetto per il gruppo di appartenenza più che per la singola persona. Le regole sono rimaste le stesse, con una valenza simbolica ancora molto importante e sebbene siano cambiate le persone, i sistemi educativi e i riferimenti normativi, alla loro base risiede sempre la parola rispetto.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L’attività motoria all'interno dell'I.P.M. come strumento di integrazione psico-fisica

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Informazioni tesi

  Autore: Aris Betetto
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Medicina e Chirurgia
  Corso: Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattative
  Relatore: Rinalda Montani
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 60

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Parole chiave

attività motoria
carcere minirile
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