La tutela delle opere fotografiche

Le violazioni del diritto d'autore, possono riguardare una violazione del diritto morale, del diritto patrimoniale, oppure di entrambi.
La violazione del solo diritto morale, che si esplica nella creazione di un opera e nella attribuzione di essa ad un altro fotografo, magari caratterizzato da fama a livello nazionale, o addirittura internazionale, configura un'ipotesi di falso d'autore. Ad una prima analisi non avrebbe senso per un fotografo alle prime armi o non famoso, attribuire ad uno più famoso una propria opera. In realtà l'intento di chi pone in essere un falso d'autore, è quello di dare lustro e poter meglio commercializzare opere fotografiche che, se fossero pubblicate col nome di un signor nessuno non avrebbero il seguito degli esperti d'arte: vuoi mettere il clamore che avrebbe una fotografia pubblicata con la firma di Mario Testino o Patrick Demarchelier rispetto alla stessa fatta dallo sconosciuto Francesco Fornaio da Martina Franca?
La violazione dei meri diritti patrimoniali, quali per esempio la pubblicazione o riproduzione dell'opera senza il consenso dell'autore, configura l'illecito della contraffazione, molto comune anche rispetto ad altre forme di arte come la musica e la cinematografia che comporta la cosidetta pirateria, vera piaga per gli artisti al giorno d'oggi. Nella contraffazione si viola solo il diritto patrimoniale dell'autore, al quale si riconosce comunque la paternità dell'opera. La contraffazione di opere fotografiche viene posta in essere per esempio dai giornali che pubblicano opere che riconoscono essere del legittimo autore, ma senza chiedere il consenso, e senza riconoscere a lui o al titolare dei diritti patrimoniali il relativo compenso.
La violazione di entrambi i diritti, sia quelli patrimoniali, che morali, configura l'ipotesi di plagio. Il plagio, è la violazione che maggiormente attacca l'autore nel suo animo e soprattutto nel suo lavoro artistico, in quanto consiste nel riprodurre e ricreare fedelmente un opera da altri già creata, e nell'attribuirsene quindi la paternità.