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La riparazione per ingiusta detenzione alla luce della sentenza della corte costionale n.219 del 2008

Il diritto alla riparazione con l’avvento della Costituzione del 1948

La concezione dello “Stato soccorritore”, secondo cui, in sede di riparazione dell’errore giudiziario, l’individuo fosse portatore di un mero interesse legittimo, o meglio di una “legittimazione a richiedere”, anziché essere titolare di un vero e proprio diritto soggettivo, sarà poi contraddetta dalla Costituzione nel 1948, in quanto questa, riprendendo a modello il sistema tradizionale liberale e introducendo nel nostro sistema costituzionale una fitta rete di garanzie a salvaguardia della libertà personale dell’individuo, all’art. 24 comma 4 espressamente stabilirà che è “la legge a determinare le condizioni e i modi per la riparazione degli errori giudiziari”. Questa formula costituzionale che, a primo acchito, sembrerebbe peccare di schematicità ed estrema limitatezza, è invece uno dei principi più innovativi tra quelli contenuti nella carta fondamentale in quanto rappresenta uno svolgimento dei principi contenuti nell’art. 2, il quale propone una specifica tutela dei diritti inviolabili della persona che risultino aggrediti dall’errata attività giudiziaria e stabilisce che il rischio d’errore deve essere attribuito, non al singolo eventualmente colpito dal provvedimento viziato, ma all’intera collettività. Con la Costituzione, quindi, per la prima volta il principio della riparazione viene ad essere considerato un diritto soggettivo della vittima dell’errore stesso, in quanto corollario del diritto di difesa sancito al 1 comma dell’art. 24 Cost. Un primo parziale adeguamento alla Carta costituzionale si ha con legge 23 maggio 1960 n. 504 che, modificando gli artt. 571 e 574 c.p.p. del 1930, riconosceva , nel nuovo art. 574 bis, un diritto soggettivo alla riparazione in sede di revisione per l’assolto, a condizione che il soggetto non avesse dato o concorso a dare causa all’errore giudiziario per dolo o colpa grave, ma continuava ad ancorare “l’indennizzo” esclusivamente al caso di proscioglimento in sede di revisione.

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La riparazione per ingiusta detenzione alla luce della sentenza della corte costionale n.219 del 2008

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Informazioni tesi

  Autore: Maria Beatrice Iascone Maglieri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi Suor Orsola Benincasa - Napoli
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Scienze giuridiche
  Relatore: Gustavo Pansini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 49

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riparazione per ingiusta detenzione
sentenza corte costituzionale 219 del 2008

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