Jedismo. Sociologia di una religione nata al cinema.

Malgrado abbiamo potuto constatare nei precedenti capitoli che le religioni, anche quelle che ci sono più vicine, abbiano delle origini incerte e misteriose, ci si chiede stupiti come sia possibile che una religione possa nascere oggi, nell’occidente della modernità, da una serie cinematografica.
Non è forse chiaro a tutti che stiamo parlando di una fiction e che Lucas non si pone alla stregua di un messia? Siamo di fronte chiaramente a una pellicola, non esistono santoni, né veggenti, né maestri o inviati. Esiste solo l’opera di un pur bravo e geniale regista, il quale non ha però nessuna intenzione di creare un fenomeno religioso.
La realtà è però in grado di superare la pur fervida fantasia di scrittori, sceneggiatori e registi, mettendoci di fronte a un fenomeno planetario e in espansione.
Siamo sicuramente di fronte a un movimento interessante dal punto di vista sociologico, indotto da un prodotto mediatico di massa che è tradotto e proiettato quasi ovunque nel globo.
Pur non esistendo una figura carismatica dal punto di vista strettamente religioso e spirituale, esiste George Lucas, spesso da taluni reputato un “inviato speciale della Forza”, da altri un semplice mezzo attraverso il quale la Forza ha avuto la possibilità di farsi conoscere in modo più completo e approfondito.
Il pluralismo gioca un ruolo importantissimo in questo contesto, consentendo di proporre innumerevoli punti di vista alle persone che, con la loro fantasia, intelligenza, conoscenza fanno confronti e paralleli, trovano assonanze e differenze.
Dobbiamo quindi dare ragione a molti dei sociologi e studiosi, i quali reputano che sia proprio la religiosità, caratteristica precipuamente umana, a creare le religioni e a cercare di dare una spiegazione causale a qualsiasi fenomeno, proprio come asseriscono fra l’altro anche Girotto, Pievani e Vallortigara nel libro “Nati per credere” (2008).