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Giovani musulmani d'Italia

Fede, educazione ed istruzione

Nell’islam l’educazione coincide con la fede. Ogni aspetto della vita terrena di un musulmano è finalizzato alla missione educatrice. E infatti è solo grazie alla giusta trasmissione dei valori ai figli che i genitori conquistano il diritto ad entrare in paradiso alla fine dei tempi. Una missione che inizia al settimo anno di età, quando ogni bambino musulmano dovrebbe essere affidato al padre per imparare il senso della parola hishma, cioè sia la vergogna, sia l’educazione. E’ a quella età che i bambini entrano in un mondo basato su imperativi e divieti, con il fine ultimo dell’obbedienza verso Allah.
Per le femmine il passaggio fondamentale è quello in cui, dopo il primo ciclo mestruale, sono obbligate ad indossare il velo. Tutta la loro educazione è mirata a trasformarle in brave spose musulmane:il matrimonio rappresenta infatti la tappa finale dell’educazione islamica.
Per i musulmani d’Italia, però, queste fasi si confondono, a volte sono impossibili da applicare.
I ruoli prestabiliti si mescolano e causano nella famiglia un forte irrigidimento e chiusura verso la società italiana, nei giovani il desiderio di aderire al modello occidentale; tutto ciò provoca crisi, conflitti, e ribellioni all’interno del nucleo familiare.
A volte i genitori dei giovani musulmani hanno il timore di essere messi in discussione dai nostri insegnamenti, dalla nostra cultura e anche dal nostro metodo didattico basato sul ragionamento, mentre loro prediligono la memorizzazione,in quanto i giovani musulmani dovrebbero accettare passivamente le spiegazioni degli adulti.
La differenza fra i due modelli educativi è netta e decisa: Giudici sottolinea come “mentre per gli occidentali l’educazione dovrebbe rappresentare l’apprendimento della responsabilità, per i musulmani è essenzialmente educazione all’obbedienza”.(Giudici, 2005, pp. 93)
Questo crea problemi di ordinaria quotidianità, che devono essere affrontati anche con l’aiuto di insegnanti che si interessano dei loro allievi, e che cercano di conoscere più a fondo cosa si nasconde dietro il velo,dietro il volto delle donne musulmane.
Nelle scuole pubbliche ci sono 320 mila stranieri (Istat 2007) tra questi quasi la metà sono musulmani. Immigrati di seconda generazione che si trovano a metà tra due mondi che fatica a mettersi d’accordo. La lista delle iniziative che servono ad avvicinare i due mondi, a stemperare le differenze e ad evidenziare la ricchezza multiculturale è molto lunga, possiamo trovare laboratori linguistici per superare la difficoltà a comunicare causata da due lingue diverse, l’assistenza delle psicologhe,l’utilizzo di fiabe etniche; ma a volte ci sono problemi puramente organizzativi,come l’osservanza del ramadan, le interruzioni per i momenti di preghiera musulmana.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Giovani musulmani d'Italia

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Informazioni tesi

  Autore: Claudia Cappitelli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Sociologia
  Corso: Sociologia
  Relatore: Graziella Giovannini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 46

FAQ

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