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I modelli eziologici del rischio psicosociale: la situazione dei minori in Albania

I bambini a rischio

La legislazione Albanese considera i bambini, soggetti dal primo giorno di nascita fino ad 18 anni. Tramite questa definizione che tratta l’età, c’è un'altra che si basa sullo sviluppo fisico, mentale ed emozionale. Cosi, si considera bambino ogni soggetto sotto i 14 anni, e adolescente dai 14 fino a 18anni.

La Banca Mondiale (2006), ha svolto uno studio prendendo in considerazione bambini o minorenni considerati a rischio dell’età dai 6 a 14 anni. Indipendentemente da fattori come la migrazione, pianificazione familiare, legalizzazione dell’aborto e mortalità infantile, che sono le più alte in Europa, il numero delle nascite in Albania continua ad occupare i primi posti tra i paesi d’Europa: 63.000 nascite l’anno dalle statistiche dell’Instat Albanese (2007).

I bambini fino 17 anni occupano il 39% della popolazione (Instat, 2007). I cambiamenti politici, sociali e culturali, dopo gli anni ‘90 hanno fatto crescere notevolmente anche il numero di bambini a rischio. Queste trasformazioni hanno esposto una parte considerevole dei bambini, di fronte a frustrazioni fisiche e all’abuso, problemi di malnutrizione e salute, all’abbandono dell’istruzione obbligatoria e all’includersi nelle delinquenze. I bambini appartenenti a famiglie povere, con i genitori nell’immigrazione, con un solo parente, oppure nelle famiglie violenti presentano condotte definite “a rischio”. Un'altra categoria vulnerabile è quella degli orfani e dei bambini reclusi per le vendette.

L’Unicef ( 2007), si è basato sulle interviste rivolte a bambini orfani, che vivono con i nonni, con i genitori divorziati, mendicanti e a bambini che lavorano. Lo studio di questo gruppo ha come scopo la conoscenza degli effetti di una situazione familiare normale sui minori, le motivazioni che spingono a non assolvere l’obbligo scolastico , e l’ individuazione del genere di violenza e di abuso.

Nella categoria dei bambini che vivono nelle famiglie povere o allargate,la maggior parte è esposta a difficoltà economiche e di alloggio. Il 16% (Unicef, 2007) vivono nelle baracche; il 30% (Unicef,2007) nelle vecchie case, e soltanto il 8% (Unicef,2007) nelle nuove ville. Una parte considerevole delle famiglie vive nelle povertà, di esse circa il 51% Unicef (2007), usufruisce degli aiuti economici dallo stato e/o della pensione familiare. Le organizzazioni non governative sostengono il 17% (O.N.G,2007) di queste famiglie, soprattutto con denaro,vestiti e medicinali.

Questa categoria di bambini usufruisce dell’assistenza sanitaria non soltanto dalle loro famiglie ma anche dai centri di salute. Se non si sentono bene è la famiglia o i prossimi che gli offrono cura; il 41%(Unicef 2007), se ha dei problemi di salute si può rivolgere ai centri di salute vicino alle proprie abitazioni. Dall’altra parte, il 59% (Unicef,2007) che vive nelle zone rurali e/o periferiche ne usufruiscono di meno, essendo lontano dai centri di salute sanitari. Soltanto il 3% (Unicef,2007) dei bambini usufruisce del servizio dentario gratis, gli altri si rivolgono alle cliniche dentarie private ad un pagamento che è al disopra delle loro condizioni economiche. Questi gruppi di minori abbandonano la scuola e si indirizzano verso il mondo del lavoro. Il 30% Unicef (2007) non segue la scuola e il 33% (Unicef,2007) sono analfabeti.

Le cause dell’abbandono della scuola sono: difficoltà economiche (41%) Unicef (2007), mancanza di desiderio a frequentare la scuola (25%) Unicef (2007), distanza tra casa e scuola (10%) Unicef(2007), paura di essere rapiti (10%) Unicef (2007) , crede di aver studiato abbastanza (14%) Unicef (2007). Metà dei bambini che hanno abbandonato gli studi hanno un lavoro, il 58% Unicef, (2007) vende per strada, il 15% Unicef, (2007) chiede l’elemosina, il 15% Unicef, (2007) aiuta i genitori, il 12% Unicef, (2007) lavora presso terzi.

Questi bambini avendo dei problemi economici sono costretti a lavorare anche se non hanno l’età. È positivo il fatto che la metà di loro sono pronti a riprendere la scuola se le condizioni cambiano, infatti il 70% dei bambini intervistati Unicef (2007) ha dichiarato che frequenta la scuola, mentre il 14% Unicef, (2007) di loro non la frequenta regolarmente. Non seguono regolarmente la scuola i bambini che hanno difficoltà in una materia specifica o anche per altro motivo.

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I modelli eziologici del rischio psicosociale: la situazione dei minori in Albania

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Informazioni tesi

  Autore: Edlira Canka
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Bologna - Polo didattico di Rimini
  Facoltà: Scienze della Formazione
  Corso: Scienze dell'educazione e della formazione
  Relatore: Giannino Melotti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 85

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