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Le parafilie nello spettro ossessivo-compulsivo: analisi di alcuni casi clinici e proposte di trattamento

Trattamento del masochismo

Il masochista ricerca il piacere: e nessun trattamento potrà avere effetto se finalizzato alla sola cancellazione della patologia, che porterebbe il paziente all’annullamento del piacere (Cowan 1982). Per questo ogni terapeuta dovrebbe dire
al suo paziente che alcuni aspetti masochistici possono non essere incompatibili con una vita sessuale normale, ma lo diventato quando causano disagio, problemi coniugali, lavorativi o legali (Baumeister 1997). La terapia classica del masochismo è quella psicodinamica. Lebe (1997) descrive i fondamenti della terapia psicoanalitica del masochismo e critica il concetto freudiano che lo faceva derivare dal complesso di Edipo, proponendo invece come causa della parafilia la “madre interna”, la relazione tra un bambino nei suoi primi anni di vita, ed una madre indifferente, possessiva o respingente, con un rapporto deleterio fondatosi prima che il paziente fosse riuscito a differenziarsi da lei, e su questo focalizzare l’intervento terapeutico. Per Waska (1997) il paziente masochista si aspetta di essere sfruttato anche dal terapeuta, che invece deve mettere in luce gli aspetti ambivalenti della sua patologia, le sue connessioni con l’aggressività ed il sadismo, e destrutturare le sue fantasie patologiche. Una tecnica elaborata da Rollnick (1992) di tipo cognitivo - comportamentale è quella di far elencare al paziente le cose positive e le cose negative della sua attività. Queste andranno poi esaminate mostrando innanzitutto empatia per il parafilico, cosa che egli generalmente non è abituato né a dare né a ricevere. Una volta analizzate le attività che il masochista considera positive, deve aiutarlo a rilevare gli aspetti negativi della sua parafilia. Se il paziente non li trova, il terapeuta lo rivolgerà comunque su alcune aree da investigare. Per esempio, il rischi di danni fisici, anche permanenti, o la morte, ad esempio per asfissia in alcune pratiche di autosoffocamento (O’Halloran 1993). Approfondire i collegamenti tra il masochismo e il sadismo, con la reale voglia di offendere; questo è il punto cruciale della terapia con questo tipo di parafilia; se le tecniche cognitive dovessero fallire a riguardo, può essere più utile affrontare questo passaggio con la psicodinamica (Thornton 1997). Il masochista finisce per concentrare in questa sua attività tutti gli interessi sessuali, sviluppandone una vera ossessione, diventandone dipendente; il senso di mancanza di controllo può essere un punto che il paziente elenca tra i negativi, con buon possibilità d’aggancio. Molti masochisti, per la loro tendenza all’isolamento e alla scarsa empatia, abbisognano di ampliare i loro interessi sociali, e questo li può distogliere dal loro comportamento (Thornton 1997).


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Le parafilie nello spettro ossessivo-compulsivo: analisi di alcuni casi clinici e proposte di trattamento

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Informazioni tesi

  Autore: Stefano Sanzovo
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in Psicologia Clinica
Anno: 2001
Docente/Relatore: Paolo Santonastaso
Istituito da: Università degli Studi di Padova
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 64

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Parole chiave

cura parafilie
parafilie
psicoligia clinica

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