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Didattica ludica dell'italiano alle elementari: il sistema nominale

Tre nomi, tre teorie: Cummins, Krashen, Shumann

Un lavoro accurato di ricerca ed approfondimento delle tecniche d’apprendimento adottate dagli stranieri è stato compiuto da tre studiosi americani, i quali, seppur presentando teorie diverse, hanno dato nuova luce alle teorie generali sull’apprendimento e acquisizione della lingua seconda. Scopo principale del loro lavoro è stato, infatti, individuare i parametri principali, precisare le circostanze e le condizioni del processo acquisizionale, calandosi nello specifico dell’esperienza degli apprendenti di L2 e, di conseguenza, adattando ad essa le teorie generali di tale processo. L’interrogativo da cui parte Cummins, psicologo, è il seguente: la situazione di bilinguismo in cui si vengono a trovare i bambini migrati, rappresenta una chance o un ostacolo? Partendo dal presupposto che esiste una stretta connessione tra L1 e L2, Cummins approfondisce gli studi della finlandese Skutnabb – Kangas e, per dimostrare la relazione tra L1 e L2, presenta l’immagine dell’iceberg: sotto il livello del mare vi è un unico immenso blocco di ghiaccio, ma in superficie emergono due o anche più punte. Queste ultime rappresentano L1 e L2, apparentemente separate e non connesse l’una con l’altra, mentre il blocco sotto superficie è simbolo della loro reale connessione, della loro «fusione» (Favaro G., 2004: 75). Da qui derivano almeno cinque punti fondamentali che caratterizzano la teoria bilinguistica di Cummins: innanzitutto, qualunque sia la lingua usata, il pensiero che accompagna tutte le modalità d’uso di questa proviene dallo stesso «“motore centrale”»; plurilinguismo e bilinguismo sono possibili perché i diversi codici linguistici possono essere immagazzinati nello stesso “centro”; apprendimento e funzioni cognitive possono svilupparsi in maniera efficace sia attraverso due lingue che attraverso una sola; questo può avvenire solo se la lingua è abbastanza sviluppata da poter svolgere le funzioni richieste; essere competenti in due lingue aiuta il sistema cognitivo, ma se una delle due lingue non è sufficientemente sviluppata, allora il sistema cognitivo non funzionerà al meglio. Sulla base di quanto teorizzato, lo studioso definisce «soglia» il livello di sviluppo a cui è giunto il bilinguismo del bambino. Infatti, se il piccolo apprendente non ha ben sviluppato uno dei due sistemi linguistici o entrambi i sistemi, allora avrà difficoltà più o meno grosse di apprendimento, mentre se entrambe le lingue sono sviluppate e il livello di competenza in entrambe è relativamente alto, allora per il bambino il bilinguismo rappresenta veramente una chance, un’opportunità in più, sia in termini linguistici che cognitivi in generale.

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Didattica ludica dell'italiano alle elementari: il sistema nominale

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Informazioni tesi

  Autore: Sonia Baglieri
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: lettere moderne
  Relatore: Rosaria Sardo
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 181

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