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Libertà come fondamento nel primo pensiero di Martin Heidegger

Che cos’è metafisica

Essere e Tempo rimase un’opera incompiuta, in quanto, il problema del senso dell’essere, posto nel capitolo iniziale, non venne risolto come programmato nel piano dell’opera. Fungono quindi da completamento a tale ricerca ontologica i testi pubblicati da Heidegger prima della svolta degli anni ‘30: Kant e il problema della metafisica (1929), cui abbiamo fatto riferimento nel primo capitolo; Essenza del fondamento (1929) e, infine, Che cos’è metafisica (1929), testo della Prolusione inaugurale del semestre 1928/’29 che Heidegger tenne a Friburgo come successore alla cattedra di Husserl.
La questione posta è quanto mai essenziale: lo stesso domandare metafisico. Esso deve essere posto in modo totale, a partire dalla situazione essenziale dell’esserci che domanda. È quindi un domandare che si distingue radicalmente da quello scientifico, che cerca l’ente come oggetto e oltre a questo Niente. Per la scienza, quindi, la domanda sul Niente sembra non aver senso: “del Niente sappiamo che non vogliamo saperne Niente”. La filosofia invece deve tornare a interrogarsi su di esso se vuole cogliere l’essenza del suo domandare.
Per prima cosa è necessario chiedersi se il Niente appare a noi come un dato. Ma, facendo riferimento al pensiero, si incontrano solo controsensi. Heidegger allora fa riferimento all’altra modalità di apertura al mondo dell’Esserci: la tonalità emotiva. In essa è possibile un’esperienza del Niente, che avviene nello stato d’animo dell’angoscia. “L’angoscia rivela il Niente”. Esso tuttavia non appare come un dato o come un oggetto, ma come un indietreggiare davanti a… che appare insieme alla totalità dell’ente respingendolo. Il Niente, dunque, nientifica la totalità dell’ente, che dileguandosi si rivela come “l’assolutamente altro rispetto al Niente”. Sul fondamento di questa manifestazione originaria allora l’esserci può rapportarsi all’ente.
È proprio il domandare del Niente che origina la metafisica come l’andare oltre, l’ente. In essa si va oltre l’ente e solo in quest’ottica si può pensare realmente dell’ente stesso che l’Esserci è, in quanto mette in discussione noi stessi che poniamo la questione. Il domandare “perché è in generale l’ente e non piuttosto il Niente?” lascia andare l’Esserci nel Niente e, liberato dagli idoli, apre lo spazio all’ente.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Libertà come fondamento nel primo pensiero di Martin Heidegger

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Informazioni tesi

  Autore: Riccardo Toni
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2007-08
  Università: Pontificia Università San Tommaso d'Aquino
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Orlando Carpi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 105

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