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L’acquisizione e il potenziamento delle abilità di comunicazione-relazione in un soggetto con Rm

Alcune caratteristiche della personalità nei soggetti con Rm di tipo lieve

Normalmente il termine personalità descrive le differenze relative al modo con cui la persona si rapporta alle persone e al mondo fisico che la circonda. In questo senso ogni persona è diversa perché è il risultato dell’integrazione dinamica dei fattori temperamentali ed esperienze. Con il termine temperamento si individuano le caratteristiche specifiche di ogni persona, presenti già nei primi mesi, relative:
- alla reattività individuale (se reagisce alle situazioni in modo attivo o passivo);
- allo stile comportamentale (se si preferisce stare in compagnia degli altri o da soli);
- all’emotività (se si provano e si esprimono forti emozioni o meno).
Questi tratti temperamentali restano abbastanza stabili nel tempo. Le esperienze, i legami affettivi che si creano, le relazioni interpersonali, incidono però notevolmente nel modificare questi tratti. La personalità si costituisce allora sulla dinamica tratti temperamentali ed esperienze. Da questa interazione tra dinamiche psicologiche e socio relazionali la personalità emerge come individuazione di modalità di rapportarsi nel mondo che possono variare solo parzialmente nel tempo. I problemi che possono evidenziarsi nella costituzione della personalità, in caso di ritardo mentale, sono molteplici e variano in relazione ad una serie di fattori che possono essere:
• la gravità complessiva del ritardo: deficit cognitivi molto severi implicano difficoltà anche nel riconoscimento e controllo delle proprie dinamiche affettive, difficoltà di riconoscere gli altri come persone dotate di emozioni e sentimenti propri, tendenza a rimanere ancorati a modalità egocentriche di interpretazione dei dati esterni, ecc.;
• i deficit sensoriali e/o motori associati al deficit mentale: complicano il quadro clinico, rendono più difficoltosi i processi di interpretazione degli stimoli, di apprendimento, di relazione con la realtà fisica, di costruzione di una positiva immagine di sè;
• la presenza di un ambiente familiare che sia sufficientemente protettivo, senza rendere passivo il soggetto, e sufficientemente stimolante, senza creare ansie da prestazione, svolge una funzione di contenimento e di promozione delle capacità residue e facilita la costruzione di una positiva identità;
• un contesto scolastico e sociale attento ai bisogni della persona amplia la funzione educativo-genitoriale della famiglia, diviene agenzia di socializzazione se propone figure di identificazione secondaria positive, occasioni di incontro e confronto, una possibilità di relazione di riconoscimento di ruoli.
Tra le problematiche che si possono riscontrare elenchiamo:
• Il ritardo nell’acquisizione dello sviluppo psicomotorio nel primo anno di vita incide nel rapporto madre-figlio. Infatti, normalmente il rapporto made-figlio evolve da una situazione in cui il bambino si sente indifferenziato dalla madre e non percepisce i limiti del proprio corpo ad una progressiva separazione. La madre è sempre un supporto importante, ma possiede una sua individualità, e il bambino percepisce il suo corpo come differenziato da quello materno. E’ il primo passo per poi concepirsi anche con una psiche distinta da quella materna. In caso di deficit cognitivo questo processo di separazione e individuazione si protrae molto in là nel tempo e nei casi più gravi non si verifica completamente neppure in età adulta.
• Le limitate capacità di interpretazione degli stimoli, di motricità volontaria, di memoria, di capacità rappresentativa del pensiero rallentano o impediscono l’acquisizione della nozione d’oggetto. Vale a dire che il bambino non concepisce che un oggetto possa essere dotato di una sua realtà, indipendentemente dall’atto di percepire: se egli non lo vede è come se l’oggetto non esistesse. Per questa ragione l’acquisizione dell’idea che il mondo abbia una sua stabilità si protrae nel tempo. Questa vale per gli oggetti, come per le persone e per questa ragione il bambino prova ansia se non vede la figura materna. Nei casi di handicap mentale questa situazione perdura ben oltre l’età prescolare.
• Le tappe dello sviluppo psicomotorio sono rallentate. Questo comporta un’alterata percezione dello schema corporeo e una difficoltosa organizzazione spazio-temporale e perciò compaiono ripercussioni sulle capacità di orientamento nel spazio e nel tempo. Quando poi, associato al ritardo mentale,vi è anche una disabilità motoria emerge anche, dal confronto con gli altri, una percezione negativa del proprio corpo.

Questo brano è tratto dalla tesi:

L’acquisizione e il potenziamento delle abilità di comunicazione-relazione in un soggetto con Rm

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Petrucci
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in SSIS – Scuola Interateneo di Specializzazione per gli Insegnanti della Scuola Secondaria
Anno: 2008
Docente/Relatore: Nunzia Piazzolla
Istituito da: Università Ca' Foscari di Venezia - SOS 800
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 48

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