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Gli ammoniti (Mollusca Cephalopoda) dell'appennino umbro-marchigiano della Collezione Bonucci

L’importanza dei fossili

Il ritrovamento di questi fossili è molto comune e relativamente facile nelle nostre montagne e, sia per questo motivo, sia per la loro bellezza estetica, sono molte le persone che li ritengono interessanti oggetti da collezione. Il valore scientifico di tali raccolte è basato innanzitutto su un'opportuna classificazione dei vari esemplari; ma oltre all'identificazione delle specie è necessario un lavoro volto a comprendere l'ambito stratigrafico preciso in cui inserire l'esemplare; ciò permette di datare lo strato da cui è stato estratto e fornisce i presupposti fondamentali per tutta una serie di studi (biostratigrafia, paleobiogeografia, ecc.) che integrano i dati della paleontologia con quelli di altre discipline geologiche.
Gli ammoniti sono i migliori fossili guida dei periodi in cui sono vissuti, dal Devoniano (parte media del Paleozoico) al Cretaceo (fine del Mesozoico). Ciò vale in particolare anche per il Giurassico, le cui rocce stratificate affiorano diffusamente nell'Appennino umbro-marchigiano.
Un fossile guida per essere considerato tale, è una specie che deve avere due caratteristiche fondamentali: esistenza relegata ad un breve intervallo di tempo e un’ampia diffusione geografica. Ciò è direttamente riscontrabile sugli affioramenti rocciosi dell'Appennino, dove le varie forme di ammoniti si ritrovano ciascuna in un numero più o meno ristretto di strati, a testimonianza della rapida evoluzione di questi animali marini. Inoltre, poiché almeno alcuni di tali fossili sono presenti in altre località, grazie ad essi è possibile correlare rocce affioranti in regioni diverse, stabilendo se appartengono allo stesso periodo o meno, e quale è la più recente e la più antica (datazione relativa).
Dallo studio dei fossili si possono avere, in linea di massima, anche informazioni sul tipo di paleoambiente esistente in quel periodo e sul ruolo ecologico svolto dagli esemplari trovati (considerando che l'ambiente modifica e modella in modo diverso le strutture fisiche di ogni specie), sebbene i fossili guida siano di norma meno indicativi da questo punto di vista. Buoni risultati si hanno invece per quanto riguarda la paleogeografia, ovvero la disposizione passata delle terre e dei mari: se ad esempio si trovano ammoniti di una stessa specie in aree anche lontane, ciò sta a significare che una volta i mari in cui questi animali vivevano erano comunicanti.
Tuttavia è bene ricordare ancora una volta che un simile "potenziale" sussiste solo se gli esemplari sono stati raccolti con un preciso criterio stratigrafico: ciò, purtroppo, non si è verificato nel caso della collezione Bonucci, per i cui campioni spesse volte era stata omessa (o indicata solo in modo molto generico) anche la provenienza geografica.
Il presente lavoro di schedatura ha in parte cercato di colmare tali lacune: la classificazione è stata aggiornata secondo criteri più moderni, e ciò ha permesso, attenendosi a quanto noto per i vari generi riconosciuti, di risalire almeno in parte alla posizione stratigrafica degli esemplari. Similmente, sulla base della lettereatura scientifica disponibile sull'argomento, si è talora potuto riconoscere l’area di provenienza anche quando non era stata originariamente specificata.
Questo lavoro di tesi dovrebbe permettere l'utilizzo della collezione Bonucci ai fini di una esposizione pubblica, in modo che tutti possano conoscere questi fossili e la loro importanza, diventando, così, coscienti dell’unicità che il patrimonio paleontologico dell’Appennino ha, anche a livello mondiale.
Infatti, le rocce sedimentarie dell’Appennino risalenti al Giurassico inferiore, contengono una notevolissima documentazione sugli ammoniti, che permette di gettare luce su intervalli di tempo altrove poco o per nulla rappresentati.
Per questo motivo ci si auspica che almeno nei programmi scolastici di scuola media inferiore e superiore compaia, oltre allo studio della storia e preistoria dell’uomo, anche un certo interesse per gli eventi avvenuti prima dell’uomo.
In questo modo (si spera) non solo verrà meno quello scarso o nullo interesse che si ha nei confronti delle scienze naturali e in particolare della paleontologia, ma si avrà anche una valorizzazione del patrimonio culturale locale che, come già è stato detto ha una grandissima importanza a livello mondiale.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Gli ammoniti (Mollusca Cephalopoda) dell'appennino umbro-marchigiano della Collezione Bonucci

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Informazioni tesi

  Autore: Marco Angelucci
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Perugia
  Facoltà: Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali
  Corso: Scienze e tecnologie per l'ambiente e la natura
  Relatore: Federico Venturi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 157

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Parole chiave

ammoniti
appennino umbro-marchigiano
collezioni private
fossili

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