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La Corte Suprema del Regno Unito e la dottrina dello stare decisis. Un'analisi comparatistica

Lo stare decisis nel Regno Unito

La House of Lords, come organo giurisdizionale, non era vincolata a seguire le proprie decisioni fino al caso London Street Tramways v London Country Council del 1898.
Solo dopo questo caso, una volta che i Lords si fossero espressi su una questione di diritto, il problema veniva considerato automaticamente chiuso, almeno fino a che il Parlamento non avesse effettuato modifiche alla decisione presa, attraverso la statute law. Questa è stata la forma più rigida di stare decisis mai applicata in precedenza, che non consentiva ai giudici di adeguarsi alla realtà sociale in continua evoluzione.
La situazione tuttavia mutò dopo l’emanazione del Practice Statement del 1966, che consentì alla House of Lords di adattare le proprie decisioni ai cambiamenti della società.
Andando ad esaminare più nel dettaglio la situazione del Regno Unito, possiamo affermare che la statute law del Parlamento, rimane fonte di diritto nazionale superiore, potendo apportare modifiche alla common law. Nonostante ciò, la legislazione parlamentare conserva il carattere della eccezionalità, essendo la maggior parte delle questioni legali regolate dal precedente. Non raramente, però, la statute law interviene in materie già “regolate” dalla common law e non necessariamente per modificarla, ma, più frequentemente, per implementarla o indirizzarla.
Un ulteriore ruolo della statute law è quello di introdurre concetti nuovi, o principi cui non si può risalire nella common law.
Il ruolo del giudice Inglese resta tuttavia primario, nonostante la prevalenza del diritto parlamentare. Infatti il giudice continua a implementare la common law anche lì dove una legge scritta già c’è: nonostante la presunta completezza della statute law, ci sarà sempre spazio, per i giudici, per intervenire laddove ravvisino delle carenze.
Questa impostazione della giustizia del Regno Unito fa sì che il punto di partenza su cui si basa l’analisi del giudice, non sarà un singolo testo legislativo, ma una pluralità di decisioni che si estende nel passato per secoli. Ciò impone che, come già anticipato in precedenza, la natura del testo di una decisione britannica sia ben diversa da ogni testo legislativo, dovendo consentire una successiva analisi da parte di altri giudici: è per questo che all’interno del testo va spiegata la relazione della decisione con quanto è stato disposto in passato e, a volte, anche con quanto potrà accadere in futuro.
Chiaramente rimane un dovere del giudice quello di non appropriarsi di una funzione propria del parlamento: da ciò deriva la politica di “self- restraint” messa in atto dai giudici britannici nello sviluppo della legge. Così, mentre a volte i giudici accettano radicalmente nuove visioni di pensiero, creando nuovi principi, molto più spesso tendono a rifiutarle, ritenendo che la questione debba essere decisa dal Parlamento.
Un’altra ragione dello sviluppo della dottrina del precedente nel Regno Unito è quella della unitarietà delle corti britanniche: si pensi al fatto che, a differenza di molti Stati continentali, la House of Lords ha costituito l’organo di ultima istanza non solo per questioni di diritto privato, ma anche per quelle di diritto penale e costituzionale. Ciò ha senza dubbio consentito unitarietà sia di personale, che di approccio nel decidere le questioni, sia che riguardino diritti umani, che diritto costituzionale o anche amministrativo e così via: nel Regno Unito, si può dire, c’è un’unica case law.
Diversi dai precedenti vincolanti, sono quelli persuasivi, che non obbligano il giudice a conformarvisi, ma costituiscono un importante punto di riferimento. Vanno a costituire precedenti persuasivi non solo le decisioni delle corti inferiori o di pari grado, ma anche le decisioni del Privy Council e le decisioni delle corti straniere. Lo stesso valore è attribuito inoltre agli obiter dicta di qualunque statuizione, anche se proveniente da corti sovra ordinate.

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La Corte Suprema del Regno Unito e la dottrina dello stare decisis. Un'analisi comparatistica

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Informazioni tesi

  Autore: Valerio Meucci
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Barbara De Donno
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 234

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