L'Italia che cambia: analisi statistico-testuale delle canzoni del Festival di Sanremo dagli anni '50 ad oggi

L’analisi del contenuto, così come la intendiamo oggi, è nata agli inizi del secolo scorso negli Stati Uniti parallelamente all’esplosione delle comunicazioni di massa, con lo scopo, appunto, di prendere in considerazione ed analizzare il contenuto manifesto della comunicazione. Nasce dunque un filone di ricerca basato sull’analisi dei testi stampati, in particolare della stampa quotidiana, con un taglio prettamente quantitativo, in base al quale il contenuto dei messaggi veniva valutato attraverso il conteggio delle frequenze di determinate parole, simboli o categorie di significato presenti nei testi; successivamente con l’avvento dei linguaggi informatici applicabili a dati alfabetici, si rafforza il taglio quantitativista degli studi, con i primi programmi per la computer-aided content analysis. L’analisi del contenuto dunque mira ad ottenere una descrizione che sia obiettiva, sistematica e quantitativa. Rappresenta oggi uno dei problemi più rilevanti nella ricerca sulle comunicazioni di massa. Infatti, l’analisi del contenuto cerca di scoprire e definire “il che cosa” si comunica; e può essere applicata attraverso due modalità fondamentali: una di tipo prevalentemente qualitativo e una di tipo quantitativo. La ricerca qualitativa si caratterizza per il ricorso a procedure di raccolta delle informazioni non standardizzate o a un basso livello di standardizzazione, un’assenza di matrice di dati, il ricorso a procedure informali di analisi delle informazioni raccolte e una limitata ispezionabilità (non controllabilità da parte di altri) della base empirica della ricerca.