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La psicoterapia focalizzata sul transfert. La tecnica psicoanalitica e i pazienti borderline.

La formulazione del contratto terapeutico

La fase iniziale della TFP-B prevede anche la formulazione del contratto terapeutico tra l’analista e il paziente; esso stabilisce la cornice del trattamento e definisce le responsabilità di ciascuno dei partecipanti, illustrando le condizioni minime e necessarie affinchè la terapia possa svolgersi.
Lo stadio della formulazione del contratto può includere, qualora l’analista lo ritenga indispensabile, un incontro con i genitori o con il coniuge del soggetto con BPO al fine di dar loro informazioni circa lo svolgimento e i limiti del percorso terapeutico.
Discutendo il contratto terapeutico, il clinico deve affrontare sia le questioni relative ai parametri generali ed essenziali del trattamento che si applicano a tutti i casi, sia quelle connesse agli aspetti che sono specifici e che quindi, variano a seconda delle caratteristiche peculiari della persona.
Affinchè il processo terapeutico si svolga in condizioni ottimali e porti al raggiungimento degli obiettivi che si ha intenzione di ottenere, è importante che da un lato, il paziente si assuma un impegno significativo in merito a ciò e che dall’altro, il clinico sia sufficientemente consapevole delle problematiche che possono scaturire nel periodo precedente al raggiungimento di una piena adesione al contratto e del fatto che, nonostante esso venga stabilito prima dell’inizio vero e proprio della terapia, si debba far riferimento spesso ad esso e che talvolta potrebbe emergere l’esigenza di modificarlo o di aggiungervi qualcosa.
La formulazione del contratto avviene attraverso un dialogo nel corso del quale grande attenzione è posta alla reazione del paziente dinnanzi alla comunicazione delle condizioni del trattamento per evitare che l’accordo sia superficiale e privo di un senso e per individuare i precoci pattern di transfert che emergono nel corso del processo.
È fondamentale che vengano rifiutate le condizioni per il trattamento che richiedono sforzi eroici; se fosse accettato più di quanto in una terapia sarebbe mediamente ragionevole, il risultato finale consisterebbe in un rafforzamento del potenziale autodistruttivo dell’individuo ed anche un incremento nel possibile sviluppo di transfert ingestibili (Clarkin, Yeomans, Selzer, 1992).
Gli ambiti di responsabilità che andrebbero discussi con tutti i pazienti comprendono la frequenza, l’onorario e il comportamento durante l’incontro.
Per quanto concerne la prima area, si deve comunicare chiaramente alla persona con BPO che è suo dovere presentarsi agli incontri che sono stati programmati con lui e rispettare i tempi previsti sia per l’inizio sia per la fine della seduta e che, se ciò non si verificasse, non potrebbe ricevere alcun aiuto. Questa condizione potrebbe provocare diversi tipi di reazioni; potrebbe ad esempio, essere percepita come una minaccia alla convinzione primitiva del paziente che l’analista sia un individuo onnipotente capace di risolvergli tutti i problemi o come una responsabilità che limita le sue possibilità o come un mezzo utilizzato per esercitare un controllo di lui; anche se quindi, si potrebbe pensare che sia inutile affrontare un discorso su questo argomento, è indispensabile farlo proprio in virtù di alcuni aspetti caratteristici della patologia borderline come l’intensa ambivalenza nei confronti della terapia che può essere attuata giungendo in ritardo, andandosene in anticipo o non presentandosi proprio.
Se dovessero emergere delle obiezioni, allora si dovrebbe discutere con lui e fargli capire che queste minime condizioni costituiscono dei prerequisiti necessari affinchè il processo terapeutico possa essere messo in atto concretamente.
Devono anche essere presi accordi ben precisi sull’onorario e sulle modalità di pagamento in quanto fissare regole su questo aspetto consente di stabilire un punto fermo al quale il terapeuta può far riferimento se la situazione lo richiede.
Di conseguenza, è possibile affermare che, una fonte esterna costituita dal terapeuta, definendo con precisione l’orario degli incontri, terminando le sedute puntualmente, sebbene solitamente si insista per prolungarle, stabilendo regole chiare sul pagamento ed esplicitando una specifica contrattualità sulle conseguenze dei mancati appuntamenti, introduce una certa stabilità nella vita di chi ha in cura e costruisce una stabile cornice terapeutica.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La psicoterapia focalizzata sul transfert. La tecnica psicoanalitica e i pazienti borderline.

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Informazioni tesi

  Autore: Luigia Tatiana Porcelli
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Bari
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Marco Innamorati
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 130

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borderline
dsm
psicoterapia
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