Governance e biotecnologie

Si diceva come anche le sentenze provenienti soprattutto dalla giurisprudenza americana abbiano risentito della logica del mercato, infatti nel caso Calvert la Corte attribuiva la potestà genitoriale alla coppia economicamente e socialmente più forte. Invece nel caso Moore, S.Jasanoff inquadra la pronuncia della Corte nell’ambito di quelle funzionali alla logica del mercato, dal momento che viene riconosciuta tutela all’aspetto dell’imprenditorialità, insito nella richiesta di brevettabilità dei ricercatori, piuttosto che a quello dei diritti personali del signor Moore. Sul piano economico-sociale sono quindi gli Stati Uniti ad avere adottato le posizioni di maggior favore verso gli interessi delle parti che usufruivano dei servizi offerti dalle biotecnologie, e le sentenza delle corti, così come la legge, hanno spesso definito come ordine “naturale” delle cose, proprio gli interessi di queste ultime. In Europa l’autrice mette in evidenza come le questioni etiche sono state fatte oggetto di analisi da parte dell’opinione pubblica, nel momento in cui sono state portate al centro del dibattito da potenti gruppi d’interesse guidati non certo da preoccupazioni etiche, ma, oltre che da queste slegate, fortemente connesse ad apprensioni di tipo economico. Le innovazioni tecnologiche vennero viste come capaci di produrre dei ritorni economici assai convenienti, e si ritenne che le ragioni economiche avrebbero, ed in realtà stavano spostando la conoscenza scientifica dai laboratori ai mercati. Veniva così minata la distinzione tra la scienza pura e quella applicata,e cioè la distinzione sul lato pratico, tra università ed industria. Le sperimentazioni (e le speculazioni) dell’industria sulla scienza, sarebbero dovute essere portate a conoscenza dell’opinione pubblica ma, non esistendo una precisa regola in tal senso, le informazioni più imbarazzanti sono spesso rimaste segrete.