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La sfida dell'Albergo Diffuso per la valorizzazione di nuove forme di turismo

Il modello di Albergo Diffuso

Il fulcro del modello di Albergo Diffuso si ritrova nel concetto di “esperienza”, intesa quale mix di autenticità, ospitalità e sostenibilità. In definitiva l'A.D. q una particolare organizzazione di ospitalità turistica in cui è il paese stesso ad essere albergo. Secondo l'Associazione Nazionale degli Alberghi Diffusi il modello si fonda sui seguenti requisiti di base:
- struttura alberghiera orizzontale (composta da edifici diversi, preesistenti, e localizzata in un centro storico di un piccolo borgo, attrattivo dal punto di vista culturale e naturalistico, non disabitato, ma anzi caratterizzato dalla presenza di una comunità ospitante vivace e dall'esistenza di eventi dal sapore locale)
- gestione unitaria
- offerta di servizi alberghieri (accoglienza, assistenza, ristorazione,…)
- presenza di locali adibiti a servizi/spazi comuni per gli ospiti (come ad esempio sala lettura, sala giochi per bambini, sala tv, saletta incontri e riunioni,…)
- ambiente autentico, dall'identità definita e riconoscibile (costituito da case di pregio, ammobiliate e ristrutturate non “per turisti” ma pensando a residenti, seppur temporanei)
- stile gestionale professionale e integrato nel territorio e nella sua cultura (quindi non uno stile standard, asettico e avulso dal territorio che contraddistingue gran parte degli alberghi ricompresi nelle catene alberghiere, né tantomeno pari a quello rigido e impostato al lusso dei grandi alberghi in stile “Ritz”, ma coerente con la proposta di autenticità dell'esperienza e radicato profondamente nel territorio)
- distanza fra le unità abitative e gli spazi comuni contenuta nei 200 metri (o, in generale, che non sia tale da impedire alla gestione di offrire a tutti gli ospiti, non solo i servizi alberghieri, ma anche l'esperienza stessa della formula ospitale)

Le proposte di A.D. vengono poi articolate in maniera differenziata, in termini di prezzo 20, livello di comfort delle unità abitative e caratteristiche architettoniche, al fine di rispondere adeguatamente alle aspettative di fasce di utenza dal livello culturale e reddituale fortemente eterogeneo (sempre però rispettando le tipicità del territorio).
La differenza in termini gestionali tra l'A.D. ed un albergo tradizionale q lampante anche dal punto di vista giuridico. Concentrando l'attenzione sul contratto d'albergo, che qualifica le due formule ricettive, si possono notare infatti alcune significative distinzioni. Nel contratto d'albergo tradizionale, l'albergatore q tenuto a fornire l'alloggio (prestazione principale) ed una serie di prestazioni qualificanti e strumentali alla realizzazione della prestazione principale (l'inscindibile nesso di interdipendenza tra le varie prestazioni non esclude l'unicità del contratto). La tipologia e la qualità delle prestazioni varierà a seconda della categoria (numero di stelle) dell'albergo. Il ruolo dell'albergatore nella formula dell'A.D. si sovrappone a quello dell'albergatore tradizionale, in quanto egli q tenuto a fornire gli stessi servizi agli ospiti (seppur in unità abitative dislocate in più stabili), ma mutano sensibilmente lo stile gestionale (integrato nella cultura e nelle tradizioni locali) e l'importanza data alle prestazioni qualificanti. Infatti, nel modello dell'A.D. le prestazioni strumentali non si pongono in termini di accessorietà rispetto alla prestazione principale, ma diventano elementi fondamentali e distintivi di tale tipologia di accoglienza.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La sfida dell'Albergo Diffuso per la valorizzazione di nuove forme di turismo

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Informazioni tesi

  Autore: Francesca Ferro
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia del turismo
  Relatore: Roberto Comneno d'Otranto
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 129

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