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Evoluzioni normative e giurisprudenziali sul segreto di stato alla luce delle recenti riforme

Accesso, trasparenza e riservatezza: rapporti e regole di prevalenza

Nell’ambito della presente trattazione volta ad indagare i peculiari rapporti tra diritto di accesso e relativi limiti, appare necessario rilevare come “trasparenza, riservatezza, e segreto” sono tre temi accomunati dalla loro attualità  e dalla loro delicatezza. Emergenti i primi due, antichissimo il terzo, per il quale Tacito aveva già coniato la bellissima locuzione degli “arcana imperii”. L’antica formula di origine tacitiana, non sembra aver perso nel corso degli anni quell’alone di fascino e mistero che la contraddistingue, continuando a rappresentare un insieme di poteri, o doveri, o addirittura mere attribuzioni, imputabili in capo a chi gestisce e detiene le redini della convivenza sociale.
Nel corso della storia ogni sovrano ha in determinate occasioni ritenuto opportuno svolgere attività lontano dallo sguardo e dall’attenzione dei propri sudditi, nella convinzione che determinati e specifici interessi da perseguire non potessero essere compresi nella loro completezza dalla ragione, definita semplice, di coloro che non vivono e si occupano di politica.
Che, per la sicurezza dell’intera comunità, lo Stato istituzione debba coprire con la segretazione atti, documenti, notizie, attività e tutto quanto possa con la divulgazione e la conoscenza recarvi danno, è un dato di fatto, unanimemente condiviso.
Sebbene l’attività  di segretazione sia condotta per il raggiungimento di importanti e preziose finalità per il comune vivere, tuttavia essa si è sempre resa invisa agli occhi di chi è soggetto al potere, ed è sempre stata considerata come un’attività mistificatrice, piena di ombre, se non anche di inganni e tradimenti. Tale nozione, sviluppatasi nei secoli, è passata dalla tipica accezione medievale che la pone in stretta correlazione con la volontà del principe, il cui potere rimaneva però subordinato alla legge, alla concezione assolutistica con cui si veniva a saldare l’interesse del governante con la ragion di Stato.
Nella realtà  moderna, ed in specie negli ordinamenti liberaldemocratici, il segreto ha dimostrato di essere una componente assolutamente necessaria ed irrinunciabile dell’attività politica.
La problematica relativa a trasparenza e riservatezza è in pieno travaglio, ma non diversamente stanno le cose per il tema del segreto che, per essere antico, non è per ciò meno scottante e controverso, tanto da aver indotto autorevole dottrina ad affermare che il concetto di segreto rimane tuttora un segreto. 
Procedendo a una prima annotazione di carattere generale, si può preliminarmente osservare che riservatezza e segreto sono due species dello stesso genus, come dimostra anche la comune radice semantica indicativa di un regime di “separazione”. La notizia riservata o segreta è infatti la notizia separata da quelle conoscibili. Con il termine “segreto”, poi, si opera una sintesi lessicale che riassume tutta una serie di segreti normativamente individuati e regolati ciascuno con proprie caratteristiche. 
Una seconda notazione merita di essere dedicata al diverso regime del segreto nel pubblico e nel privato. Nel migliore dei mondi possibili e nella più avanzata delle democrazie il governo della cosa pubblica ha per regola, infatti, la trasparenza e per eccezione il segreto; la vita privata dei cittadini ha invece per regola (quel segreto minore che è) la riservatezza e per eccezione la trasparenza.
La legge 241/1990 sul procedimento e l'accesso, nell’enunciare espressamente il principio della necessaria trasparenza dell'operare pubblico, regola anche i rapporti fra trasparenza e segreti pubblici (segreto di Stato e segreto d’ufficio) e fra trasparenza e riservatezza, nei limiti in cui questa rileva rispetto all'operare dell'Amministrazione.
L’introduzione nel nostro ordinamento dell'istituto del diritto di accesso, ad opera delle quasi coeve leggi sulle autonomie locali e sul procedimento amministrativo e l’accesso, è stato salutato come fatto di rilevanza epocale. In particolare sembra interessante notare come l’approvazione e la gestazione della L. 241/1990 recante “Norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi” siano state accompagnate da contrastanti manifestazioni oscillanti tra “catastrofismi e trionfalismi, ottimismi volontaristici e pessimismi razionalizzanti”.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Evoluzioni normative e giurisprudenziali sul segreto di stato alla luce delle recenti riforme

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Informazioni tesi

  Autore: Ivana Iaconinoto
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Catania
  Facoltà: Scienze Politiche
  Corso: Governo e gestione di amministrazione e imprese
  Relatore: Fabrizio Tigano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 131

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Parole chiave

abu omar
commissione accesso
conflitto istituzionale
extraordinary rendition
segreto di stato
sentenza c.c 106/2009

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