Trattato su vantaggi e svantaggi di un'apparecchiatura di RMN da 1,5 T ad ampio gantry nella pratica clinica

Il C.M.S. di un sistema RMN a magnete superconduttivo è generato da un nucleo di materiale ferromagnetico avvolto da un circuito superconduttore, il quale ha resistenza elettrica circa pari a zero quando è raffreddato ad una temperatura prossima allo zero assoluto (4K ≈ -269°C). Facendo circolare all'interno dell'avvolgimento una corrente elettrica elevata, si ottiene un C.M.S. ad alta intensità che rimane costante nel tempo, fino a che la temperatura viene mantenuta ai valori sopra citati.
Queste temperature sono ottenibili solo immettendo all’interno del magnete He liquido.
I rischi dovuti alla fuoriuscita di liquidi criogeni all’interno della camera RMN sono essenzialmente tre:
• Aumento di pressione
• Ustioni
Asfissia.
L’aumento di pressione può essere molto repentino, se si considera che il rapporto tra i volumi allo stato gassoso e allo stato liquido sono, per l’Elio e l’Azoto:
He 760:1
N 695:1
Per ovviare a questo problema nella sala viene installata un’apposita valvola in grado di riequilibrare rapidamente la pressione.
Le ustioni e l’asfissia invece sono possibili solo per prolungate esposizioni ai vapori di He (l’He è leggero e sale verso l’alto).
Allo scopo di eliminare queste fonti di rischio è prevista un’aspirazione di emergenza (azionabile sia automaticamente che manualmente), collegata alla centralina O2, il cui rivelatore è posto sulla testata. Esiste inoltre un condotto espressamente dedicato all’evacuazione di indebite fuoriuscite di He, detto tubo di Quench.