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Il Jazz in Italia e l'Italia nel Jazz

Gli italoamericani a Chicago

La città di Chicago al pari di New Orleans subì un impressionante incremento demografico per tutto il XIX secolo. Se nel 1833 vi risiedevano soltanto 350 abitanti, agli inizi del Novecento Chicago era considerata per numero di abitanti la seconda metropoli americana. La città divenne in poco tempo un’importante centro economico controllando l’intero mercato dei cereali di tutti gli Stati Uniti. I maggiori afflussi migratori arrivarono in concomitanza dell’imponente sviluppo che ebbe l’industria ferroviaria e, in conseguenza ad esso, delle acciaierie (a metà del 1800). Il primo gruppo di italiani immigrati arrivò a Chicago intorno al 1850, gran parte di essi provenienti dalla Liguria. Negli anni a seguire, grazie alla proposta di lavoro che Chicago offriva, le immigrazioni italiane verso questa città aumentarono considerevolmente tanto che agli inizi del 1900 si contavano oltre sedicimila tra italiani e italoamericani, perlopiù provenienti dalla Toscana, dalla Campania, dalla Basilicata e dalla Sicilia. Gli italiani che emigravano non conoscevano le professioni utili nelle società urbane ed industrializzate come ad esempio quelle degli idraulici, degli impiegati, dei metallurgici, dei contabili. Molti erano contadini che a differenza degli italiani arrivati in Louisiana non riuscirono a mantenere la propria professione. Si distinsero però in altre occupazioni e attività delle quali, in pochi anni, conquistarono il monopolio. Principalmente si impiegarono come manovali, muratori, minatori, scalpellini, barbieri, calzolai mentre le donne si distinsero come sarte e badanti. Un altro settore in cui gli italiani presto si imposero fu quello alimentare; dagli iniziali mercati di strada successivamente aprirono negozi e ristoranti facendo arrivare prodotti anche dall’Italia. Lo stesso accadeva nella metropoli di New York dove, come si vedrà, la presenza italiana fu molto numerosa. Anche a Chicago sugli italiani gravava il peso del pregiudizio: radicati erano gli stereotipi che gli altri cittadini avevano nei loro confronti e di ciò anche la stampa fu colpevole, descrivendo gli italiani come dei criminali violenti, poveracci, mafiosi. Vittime di questa forte discriminazione, cominciarono a trasferirsi nel quartiere Near West Side della città formando una comunità unita ma anche isolata. Questo permise loro di mantenere vive le proprie tradizioni come festeggiare il proprio patrono, ballare la propria musica fino a pubblicare un proprio periodico scritto in italiano (L’Unione Italiana nel 1867).

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Informazioni tesi

  Autore: Paolo Ceccarelli
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2008-09
  Università: Università degli Studi di Urbino
  Facoltà: Conservatorio Rossini
  Corso: Triennio Sperimentale Jazz
  Relatore: Bruno Tommaso
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 87

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