L’orientatore familiare tra educazione e manipolazione

La manipolazione, fondamentalmente, è un processo di riduzionismo dell'essere umano, in contrasto con l'educazione che è un processo di miglioramento personale.
Questo contrasto radicale, che si avverte tra la manipolazione, nelle sue diverse modalità riduttive, e l’educazione, ha un grande interesse per gli educatori, in quanto permette loro di chiarire meglio il concetto di educazione.
Da un lato abbiamo la manipolazione che poggia sull'ambiguità, stimola l’incoerenza, cerca la complicità dei punti deboli di colui che vuole manipolare, promuove comportamenti umani massificati, poveri, secondo decisioni di scarsa qualità; la manipolazione è una tirannia occulta, che strumentalizza la persona umana al servizio di ciò che è oggetto di lucro o di ciò che è ideologico; dall’altro lato c’è l'educazione che, invece, poggia sulla chiarezza di idee, stimola comportamenti umani coerenti, si appoggia sui punti forti, sulle capacità migliori degli educandi, promuove un operato autonomo e responsabile, dovuto a decisioni veramente personali; l'educazione è un servizio di miglioramento che finalizza la sua azione alla persona, ad ogni persona, rispettando il modo di essere di ciascuno.
La manipolazione, dunque, è un'azione riduttiva, la cui finalità è il deterioramento dell’uomo attraverso la trasmissione di disvalori, mentre l'educazione è un processo di miglioramento personale e un aiuto indispensabile perché ciascuno possa raggiungere la pienezza della natura umana, attraverso la diffusione di valori.
Questa serie di contrasti mette in evidenza, da una parte, la gravità di certe difficoltà nelle quali s'imbattono oggi gli educatori, specialmente i genitori, nel loro lavoro professionale; dall'altra, sottolinea le immense possibilità, spesso sottovalutate, dell’azione educativa.
Se limitassimo la nostra attenzione alla sola manipolazione, la reazione della famiglia e, in genere, degli educatori potrebbe essere di scoraggiamento; correrebbero il pericolo di cadere nell'atteggiamento di chi giudica perduta la sua causa, fino al punto da mettere in dubbio i suoi fondamenti; per lo meno, cadrebbero in un atteggiamento pessimista. Quando, invece, gli effetti della manipolazione vengono studiati in rapporto alla natura e alle possibilità reali dell'azione educativa, la visione del problema diventa positiva. In un'azione educativa realista, lo studio di questi effetti e delle loro cause serve come punto di partenza per stabilire delle zone di priorità.
Lo studio del rapporto azione educativa e degli effetti della manipolazione mette in evidenza un nuovo aspetto dell'operato dell'educatore: l'innesco - mediante l'esempio e la parola - di un processo, in chi educa, di ribellione nei confronti del riduzionismo e delle sue conseguenze. In altre parole: induce a considerare l'educazione come un atto di ribellione.