Il mentoring nel recupero del disadattamento minorile

La mia ricerca ha l’obiettivo di dimostrare se il lavoro che viene effettuato al centro con i ragazzi, possa essere definito Mentoring inconsapevole. Cercherò di dimostrare tale ipotesi attraverso la somministrazione di questionari qualitativi da sottoporre agli operatori del centro e attraverso una comparazione tra le tecniche e gli strumenti adottati dal centro e quelli adottati dal Mentoring basata sulla mia esperienza personale.
I questionari che ho sottoposto sono stati dieci, di cui circa otto ad operatori-responsabili del centro, i quali sono stati intervistati tutti, e due ad operatrici del servizio civile che hanno però larga esperienza del centro da vari anni.
Partirò dalla comparazione tra quello che è il Mentoring con le sue caratteristiche e le sue modalità di intervento, e le modalità di intervento e di lavoro utilizzate al Centro, sulla base della mia esperienza vissuta al centro.

Le aree che il progetto del Centro D’Accoglienza Don Bosco e il Mentoring hanno in comune sono varie:
- l’aiuto che l’operatore da al ragazzo o il mentor al mentee [...]
- la caratteristica propria del mentor di porre domande e sfide al mentee [...]
- essere una presenza costante per il ragazzo [...]
- sia il Mentoring che il lavoro svolto al Centro agiscono sia nei processi naturali delle aree della socializzazione e antropologica, che su processi più organizzati e strutturati come quelli dell’educazione e della formazione. [...]
- la creazione di spazi come il PRS, che come già detto ha lo scopo di assicurarsi uno spazio interiore di riflessione con sé stessi e il DRS, dove il mentor è in grado di far assumere al mentee un’altra prospettiva delle cose.