Videogiochi e violenza. Il caso di Grand Theft Auto

Colin Harvey nel suo saggio affronta il tema della violenza presente in GTA, e sostiene che in ogni VG prodotto della serie di GTA vi è una spropositata esaltazione della violenza, e ciò ha ottenuto molta rilevanza, in quanto le azioni che possono essere compiute nel gioco, vanno contro il sistema comportamentale e valoriale delle società contemporanee. Tutto ciò è inoltre enfatizzato dal modo con cui si interagisce con il medium, che presuppone una partecipazione maggiormente attiva, in maniera differente rispetto alla televisione.

Harvey, inoltre, ritiene che attualmente la società odierna vede i videogiochi come un passatempo per bambini, quando in realtà l’età media del giocatore si assesta sui trenta anni; egli afferma che questa idea comune sia deleteria al mondo dei VG, in quanto porta a formare una visione errata: infatti egli fa notare come sulle confezioni dei VG prodotti, sia riportata la classificazione dello stesso, dove nel caso di GTA corrisponde alla fascia per adulti.

L’autore, d’altra parte, considera la serie GTA come una forma di arte:
Nella serie di Grand Theft Auto ci muoviamo costantemente e spesso a folle velocità. Questo movimento genera delle emozioni forti. La marca di riconoscimento del gioco è l’eccesso. Movimento ed emozione sono componenti essenziali dell’arte. L’arte ci muove. Di fronte a un quadro, a una scultura, a una fotografia noi ci emozioniamo. Un flusso di emozioni ci travolge, ci colpisce, ci impone una reazione. L’opera ci cambia. Influenza il nostro corpo e la nostra mente. Siamo abituati a pensare all’arte come a una serie di entità discrete, statiche, inerti. In realtà, l’arte è un flusso, un interscambio, un movimento che coinvolge elementi organici e inorganici. Come vedremo, il videogame è arte quando riesce a (s)muovere il player, a farlo riflettere, a cambiarlo.

Nonostante egli si schieri a favore del gioco, non può negare come certe scene del gioco siano forti e problematiche: in GTA infatti, il giocatore può usufruire di una prostituta per ottenere un bonus sulla salute, dietro pagamento, ma dopo aver consumato l’atto, il videogiocatore può scegliere di ucciderla per riappropriarsi del denaro speso.
A causa di questa possibilità l’Office of Film and Literature Classification, nel 2001 ha rifiutato di classificare GTA III, mettendolo al bando e vietando quindi, la vendita nel territorio australiano. L’azienda produttrice del gioco ha ammesso che nonostante il VG obbligasse l’utente a svolgere azioni violente, l’uccisione di una prostituta non faceva parte di nessuna missione obbligata, ma era una libera scelta del videogiocatore.