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Danno da prodotto e difetto di informazione

Il fenomeno dell’underlitigation e la sua ragione politica

Se dai suoi primi albori, la responsabilità da prodotto difettoso aveva costituito, non solo in Italia, sinonimo di underlitigation - scavando un solco vistoso rispetto al proliferare di pronunce statunitensi e inducendo i commentatori di casa nostra a chiedersi, con una punta di rassegnato sarcasmo, se il flop della più importante riforma della responsabilità civile dai tempi della codificazione fosse dovuta al fatto che i prodotti italiani non sono difettosi sembra, recentemente, prendere corpo una decisa inversione di tendenza, coerente al maturare di una nuova cultura della responsabilità civile e reificata dal numero crescente di pronunce di condanna per il produttore, sulla base della disciplina del d.P.R. 224/88, ora riversata negli art. 114 -127 del Codice del consumo.

Sono eterogenee le ragioni sia di ordine processuale che di ordine sostanziale che spiegano come mai la direttiva in questione, ha stentato a trovare applicazione in tutti i Paesi europei (fatta eccezione per l’Austria). Alcuni hanno suggerito che la underlitigation dipenda da problemi imputabili ai tempi di giustizia, all’onere eccessivamente gravoso posto in capo al soggetto danneggiato e altresì da problemi di precarietà dei movimenti di consumer protection.

A queste ragioni deve aggiungersi che l’ambiguità delle disposizione normative ha reso fino ad ora impredicibile l’esito di un’eventuale azione giudiziaria, con il risultato di scoraggiare chi, avendo già subito un danno, è poco propenso ad affrontare il rischio di dover anche pagare i costi di un processo (La possibilità di concludere il c.d. patto di quota lite con il proprio legale introdotta in Italia con d.l.4 luglio 2006, n.233 non esonera comunque la parte soccombente dall’obbligo di provvedere alle spese legali della controparte).

Così si viene al secondo motivo per cui le decisioni sono degne di nota: esse danno lo spunto alla Corte di cassazione per esplicitare i criteri di distribuzione dell’onere della prova tra il produttore e la vittima del danno, nonché i criteri di interpretazione di quell’articolo della direttiva che al contempo è il più importante e il più ambiguo, ovvero l’articolo che definisce il concetto di difettosità.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Danno da prodotto e difetto di informazione

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Informazioni tesi

  Autore: Daniele Russo
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi del Sannio
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Giurisprudenza
  Relatore: Rosanna Pane
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 134

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Parole chiave

diritto dei consumatori
educazione al consumo
informazione
obblighi informativi
prodotto difettoso
responsabilità del produttore
tutela del consumatore

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