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I diritti fondamentali nel Trattato di Lisbona

I rapporti tra ordinamento dell’Unione europea e ordinamenti nazionali

Con l’entrata in vigore del Trattato di Lisbona vengono chiarite, per ciascun ambito di attività, le competenze e la ripartizione dei poteri tra Unione e Stati membri, introducendo una classificazione delle competenze in tre categorie:
· le competenze esclusive dell’Unione nei settori in cui essa detiene il potere di legiferare (es. politica commerciale, unione doganale)
· le competenze concorrenti tra l’Unione e gli Stati membri nei settori in cui questi ultimi legiferano, laddove l’Unione decide di non farlo (es. mercato interno, energia, agricoltura)
· le azioni di coordinamento da parte dell’Unione nei settori di competenza degli Stati membri (es. turismo, cultura)
Questa classificazione delle competenze è basata sul rispetto di alcuni principi, quali il principio di attribuzione, secondo cui l’Unione non può estendere le sue competenze oltre a quanto le viene attribuito nei Trattati; il principio di sussidiarietà, il quale stabilisce che nelle materie in cui non dispone di competenza esclusiva, l'Unione interviene solo nella misura in cui gli obiettivi prefissati dai Trattati non possono essere adeguatamente raggiunti dagli Stati membri; ed infine il principio di proporzionalità, che garantisce che la forma e il contenuto delle azioni dell'Unione non vadano oltre a quanto necessario per il raggiungimento degli obiettivi.
Il rapporto tra il diritto dell’Unione europea e il diritto degli Stati membri, cioè quello tra le norme dell’Unione e gli ordinamenti giuridici nazionali nei quali esse debbano produrre i loro effetti, ha suscitato discussioni e prese di posizioni contrastanti tra i giuristi.
Questo rapporto tra l’ordinamento italiano e quello dell’Unione europea è stato impostato inizialmente in base al principio della separazione degli ordinamenti giuridici.
Ma questa impostazione iniziale è stata resa obsoleta già dallo stesso processo di integrazione europea, il quale rendeva evidente che l’ordinamento nazionale non poteva essere considerato totalmente distinto da quello dell’Unione. Ciò ha portato ad un ripensamento del rapporto tra ordinamento nazionale e ordinamento dell’Unione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

I diritti fondamentali nel Trattato di Lisbona

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Tuono
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Scienze Manageriali
  Corso: Economia e Management
  Relatore: Eva Leccese
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 61

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Parole chiave

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cedu
costituzione europea
diritti fondamentali
processo di integrazione europea
trattati europei
trattato di lisbona

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