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Verso Basilea 3: un nuovo percorso nel tentativo di superare i limiti della regolamentazione precedente, Basilea 2, evidenziati dalla crisi finanziaria del 2007

Il patrimonio di vigilanza

Le nuove proposte del Comitato di Basilea sono volte innanzitutto a valutare la composizione del patrimonio delle banche, al fine di definire regole comuni accettate a livello internazionale e migliorare la qualità del patrimonio di primo livello (Tier 1). Nello specifico, in base alle proposte, la parte predominante del Tier 1 delle banche dovrà essere in azioni ordinarie e utili non distribuiti, “common equity".

La restante parte dovrà essere formata da «strumenti che siano subordinati, abbiano dividendi completamente disponibili non-cumulativi o cedole e che non abbiano né una data di scadenza, né un incentivo al riscatto». Inoltre, precisa la documentazione diffusa dalla Banca dei Regolamenti Internazionali, «gli strumenti ibridi innovativi che hanno un incentivo al riscatto attraverso modalità quali le clausole di step-in, ora limitati al 15% del Tier 1, andranno gradualmente tolti dal Tier 1». Questa decisione è stata presa in quanto negli ultimi anni le banche hanno introdotto nel loro patrimonio strumenti innovativi che permettevano al proprio coefficiente patrimoniale di raggiungere la soglia dell’8% ma allo stesso tempo le banche non sono state in grado di sopportare ingenti perdite e sofferenze.

Il Comitato è consapevole della necessità di introdurre queste misure per rendere il settore bancario resistente nel lungo periodo, evitando gli effetti negativi di una crisi sull'attività dei prestiti bancari che potrebbero compromettere la ripresa economica.
Diversi economisti hanno evidenziato il rischio che questo provvedimento possa comportare un innalzamento degli spread creditizi o una riduzione dell’offerta del credito. Su questo punto Mario Draghi, presidente della Banca d’Italia e del Financial Stability Board, precisa, in un intervista rilasciata al Sole 24 Ore il 6 Ottobre 2009, che è necessario esaminare con attenzione le possibili conseguenze della riforma di Basilea 2, in particolare per quanto riguarda le regole sulla base patrimoniale delle banche, e che la sua attuazione dovrà essere effettuata gradualmente per evitare conseguenze procicliche.
Inoltre è necessario il miglioramento della qualità del capitale per impedire che si ripetano fallimenti degli intermediari come quelli che si sono verificati negli ultimi anni, poiché, data l’ampia interconnessione del sistema finanziario globale catene di fallimenti comportano restrizioni del credito alle imprese da parte delle banche, e, con la caduta della fiducia, una riduzione della sottoscrizione di titoli azionari e obbligazionari da parte delle famiglie.
Calo delle risorse all’economia assai più imponente rispetto a quello derivante dall’imposizione alle banche di una maggiore quota di capitale sociale.
Si auspica inoltre che nel 2012, anno in cui Basilea 3 entrerà in vigore, la situazione economica sia migliorata e che la ripresa sia solida.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Verso Basilea 3: un nuovo percorso nel tentativo di superare i limiti della regolamentazione precedente, Basilea 2, evidenziati dalla crisi finanziaria del 2007

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Informazioni tesi

  Autore: Lara Cardinali
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università Politecnica delle Marche
  Facoltà: Economia
  Corso: Economia bancaria
  Relatore: Alberto Niccoli
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 38

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Parole chiave

crisi finanziaria
deleveraging process
fiducia
istituzioni sistemiche
liquidità bancaria
off balance sheet leverage
regolamentazione bancaria

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