La cooperazione internazionale di polizia

La proliferazione di accordi ed intese in materia di cooperazione internazionale di polizia, iniziata a partire dal secondo dopoguerra, è stata, non bisogna dimenticarlo, favorita dall’attività di impulso perpetrata dalle Nazioni Unite, quale strumento universale di coordinamento della cooperazione internazionale a fini politici generali.
L’attività di impulso perpetrata in tale materia dalla massima organizzazione internazionale operante a livello universale, istituita con la Carta di San Francisco del 26 giugno del 1945, deve essere letta, in particolare, alla luce dell’art. 1 par. 3 della Carta ONU, ripreso dall’art. 55 lett. b.
Dal combinato disposto, infatti, si evince che funzione dell’ONU è altresì quella di assicurare il conseguimento della cooperazione internazionale nella soluzione di problemi internazionali di natura economica, sociale, sanitaria ed umanitaria, che arrecano pregiudizi alla stabilità, sicurezza e sovranità degli Stati.
Tra questi problemi, negli ultimi tempi, soprattutto a partire dagli anni '90, ha assunto posizione centrale il problema della transnazionalità del crimine, primo fra tutti la criminalità organizzata transnazionale, capace di porre in essere tutte quelle condotte criminose indifferenti ai confini
territoriali degli Stati nazionali.