Nel Mezzogiorno, area di numerosi interventi nazionali e comunitari, il caso della provincia di Lecce. Analisi alla luce dell’ISC
Soppressione e liquidazione dell’intervento straordinario
Con l’introduzione dell’intervento straordinario, intorno agli anni ’50, si pensava di adottare uno strumento di strategia di sviluppo il cui obiettivo doveva essere quello dell’unificazione economica del Paese e, in questa nuova veste unitaria, dell’integrazione con l’Europa.
La promozione dello sviluppo del Mezzogiorno venne affidata ad un organismo tecnico in grado di impostare programmi d’intervento intersettoriali sotto il controllo e la direttiva del Parlamento e del Governo. E nei primi vent’anni di attività del nuovo organismo si ebbero profondi mutamenti nell’ambiente fisico, economico e sociale del Mezzogiorno grazie a interventi di bonifica, d’irrigazione, di miglioramento infrastrutturale e di sostegno dell’industria.
Il deterioramento dell’azione pubblica apparve precipitare invece negli anni ’80, anni in cui si assistette alla prima lunga interruzione normativa e finanziaria dell’intervento straordinario.
Ma tale deterioramento non riguardava solo il Mezzogiorno, anche se qui era più evidente per la maggiore dipendenza dalla spesa pubblica a causa di un’economia di mercato meno sviluppata.
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Nel Mezzogiorno, area di numerosi interventi nazionali e comunitari, il caso della provincia di Lecce. Analisi alla luce dell’ISC
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Informazioni tesi
Autore: | Simona Scardia |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1996-97 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia e Commercio |
Relatore: | Gianni Morone |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 203 |
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