L'associazionismo imprenditoriale spagnolo: organizzazioni e linee d'azione (1975-1985)

Dopo quasi quattro decenni di regime autoritario e a seguito della morte del generale Franco nel 1975, il 20 novembre dello stesso anno, don Juan Carlos de Borbòn fu proclamato re e a partire dal 1976 in Spagna venne instaurata la democrazia, la quale aspirava ad una società più libera, flessibile, partecipe di tutte le forme di pensiero dei paesi avanzati e proponeva lo sviluppo di un’economia meno interventista, più competitiva, efficiente e stabile, maggiormente aperta al resto del mondo, in particolare ai paesi europei che vivevano un processo di integrazione al quale la Spagna desiderava partecipare. Per far ciò, erano richiesti cambiamenti profondi e sforzi considerevoli data la situazione di partenza dell’economia spagnola, la quale era arretrata se confrontata con quella degli altri paesi europei. Inoltre, l’intenso interventismo e protezionismo adottati in epoca franchista e attenuati durante il periodo di rapida crescita verificatasi in seguito all’introduzione del piano di stabilizzazione del 1959 generarono difficoltà nel sistema produttivo e mercati rigidi. Questi problemi iniziali furono aggravati da difficoltà registrate nell’economia mondiale a partire dagli anni settanta, tra cui la politica di espansione messa in atto dagli Stati Uniti che portò alla crisi del dollaro, le tensioni salariali risultanti dai conflitti sul lavoro che si diffusero a partire dal 1968, così come la crisi energetica del 1973-1974, la quale pose una brusca fine al periodo di forte espansione che l’economia mondiale, specialmente europea, stava vivendo dal 1950. In Spagna gli effetti negativi della crisi furono più evidenti rispetto alla maggior parte dei paesi industrializzati a causa di una serie di fattori. In primo luogo incise in modo rilevante l’elevato consumo di energia per unità di prodotto che costrinse la Spagna ad una forte dipendenza dalle importazioni di petrolio causandone l’aumento dei prezzi.