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Lo sviluppo della tematica donne, pace e sicurezza

Le operazioni di peacekeeping delle Nazioni Unite

Le operazioni di peacekeeping partono dalla consapevolezza che la presenza di un attore imparziale, militare e civile, in una zona conflittuale possa garantire una diminuzione delle tensioni e creare le possibilità per i negoziati politici.

Con il passare del tempo le operazioni di peacekeeping sono state impiegate, in maniera sempre maggiore, nei conflitti interstatali, nelle guerre civili, dove gli obiettivi politici delle varie fazioni armate sono molto differenti e poco conciliabili.

I compiti di una missione di peacekeeping possono essere molteplici: assistere l‟implementazione di un accordo di pace, monitorare il cessate fuoco, garantire un ambiente sicuro che incoraggi il ritorno al normale stile di vita, prevenire la nascita o il diffondersi del conflitto, condurre gli Stati da una fase di transizione a una di governo stabile, basato sui principi della democrazia e amministrare in maniera temporanea dei territori.

Oltre a queste mansioni ce ne sono delle altre, nelle quali è auspicabile l‟introduzione di una prospettiva di genere, come ad esempio, la creazione di un legame con i gruppi d‟individui e la società civile, il supporto alla distribuzione degli aiuti umanitari, l‟assistenza al disarmo, alla smobilitazione e alla reintegrazione dei combattenti, la supervisione e la conduzione delle elezioni, la promozione dei diritti umani e la condanna di eventuali violazioni, l‟assistenza nelle zone di post-conflitto e la costituzione di un‟amministrazione transitoria fino all‟indipendenza di un territorio.

All‟interno delle Nazioni Unite è stato creato il DPKO, con lo scopo di assistere gli Stati Membri nel loro sforzo di mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Il DPKO istruisce, sia dal punto di vista esecutivo che politico, le operazioni di peacekeeping dell‟Onu, mantiene i contatti con il Consiglio di Sicurezza, con i fornitori di truppe e finanziamenti e con le parti del conflitto per garantire l‟implementazione dei mandati e delle risoluzioni, tra cui anche la Risoluzione 1325.

Notoriamente il DPKO opera in situazioni di crisi e necessità di un dispiegamento tempestivo di personale internazionale e dell‟arruolamento di parte della popolazione locale per poter svolgere in maniera efficiente le proprie attività. In passato tutto ciò rappresentava sicuramente un ostacolo per l‟equilibrio di genere e per il mainstreaming di genere, soprattutto giacché le operazioni di peacekeeping erano prevalentemente militari e quindi il ruolo della componente femminile era difficilmente inquadrabile.

A questo si aggiungeva la credenza che le donne si sarebbero faticosamente potute adattare ad ambienti pericolosi e a condizioni di emergenza, nonostante ciò personale femminile era ed è coinvolto però in attività di assistenza umanitaria e dei rifugiati. Con il passare del tempo, come si è più volte affermato in precedenza, si è capito che il mainstreming di genere poteva apportare dei benefici e dei risultati non trascurabili alle missioni di peacekeeping, in special modo in quegli ambiti dove la componente militare era minima, se non inesistente.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Lo sviluppo della tematica donne, pace e sicurezza

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Informazioni tesi

  Autore: Anna Bertolini
  Tipo: Tesi di Specializzazione/Perfezionamento
Specializzazione in Diritti umani e componente civile nelle missioni per la sicurezza umana delle Nazioni Unite e dell'Unione Europea. Realtà e prospettive dei Corpi civili di pace
Anno: 2008
Docente/Relatore: Marco Mascia
Istituito da: Università degli Studi di Padova
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 39

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