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Ricerche sui funzionari dell'epoca di Amenhotep III sepolti al di fuori di Tebe

Amenhotep chiamato Huy

Tutti i monumenti che portano il nome del grande intendente Amenhotep, chiamato anche Huy, sembra provengano dalla sua tomba di Saqqara, scoperta attorno al 1821-22.
La tomba venne probabilmente localizzata da J. D’Anastasi, console svedese ad Alessandria dal 1820 al 1827 circa. Risulta che egli abbia prestato servizio anche presso il consolato danese ed abbia stretto relazioni amichevoli con il consolato austriaco e il suo personale, in particolare con Giuseppe Nizzoli, cancelliere del consolato austriaco in Egitto dal 1818 circa al 1828.
Accomunati dalla passione per le antichità, nel 1821 o all’inizio del 1822, mentre erano entrambi impegnati in ricerche nella necropoli di Saqqara, sgomberarono la tomba di Amenhotep, ricavandone un’ingente quantità di reperti.
In particolare, Nizzoli ricavò dalla tomba una stele in calcare, cinque vasi di alabastro, un piccolo pyramidion in granito, tre frammenti in apparenza di tutte e tre le tavolozze da scriba che si trovavano nella tomba e cinque dei sette pezzi ancora esistenti di un modello di cubito. Egli recuperò anche un sarcofago molto grande di granito grigio, il cui coperchio venne ridotto in pezzi. Non riuscendo a rimuoverlo, a causa delle sue dimensioni, fu costretto ad abbandonarlo nella tomba, dove probabilmente ancora si trova.
I monumenti trovati da Nizzoli, sopra elencati, furono inseriti nella collezione di 1408 pezzi che il 28 settembre 1824 egli vendette al granduca Leopoldo II di Toscana.
La collezione, inizialmente posta negli Uffizi a Firenze, dopo diversi spostamenti, nel 1882 arrivò nell'attuale Museo Archeologico. Al tempo del suo acquisto da Nizzoli, era stata catalogata da G. B. Zannoni e, nel 1825, fu catalogata da Champollion.
Occorre precisare che nel catalogo di G. B. Zannoni non sono inserite due delle tre tavolozze da scriba (che sono praticamente identiche tra loro) recuperate da Nizzoli; pare infatti che egli se ne sia liberato o in Egitto o in Europa negli anni 1822-23.
D’Anastasi aveva raccolto una collezione comprendente oggetti provenienti sia dalla necropoli di Saqqara sia dalla città di Tebe, che arrivò a Leghorn (Livorno) nella tarda estate del 1827. Nel 1828 venne acquistata dal governo olandese e aggiunta alla già esistente collezione egizia di Leida.
Fra gli oggetti che D’Anastasi vendette a Leida, provenienti dalla tomba del grande intendente Amenhotep, c’erano un pyramidion in granito rosso, una cassetta per i vasi canopi in quarzite (entrambi di misura e peso considerevoli) e una gamba di sgabello.
La presenza di questi due monumenti nella collezione D’Anastasi portò alla conclusione che anch’egli condusse scavi nella tomba e che, forse, ne fu lo scopritore.
Un’altra importante figura di collezionista è Henry Salt, console generale inglese in Egitto dal 1816 al 1827.
Fino al 1825, Salt mantenne un suo agente nella necropoli menfita per mezzo del quale, in accordo con Amalia Nizzoli, moglie di Giuseppe Nizzoli, condusse là diversi scavi.
All’inizio del 1822, Salt si trovava nei pressi di Saqqara e, in una lettera scritta da Alessandria il 16 settembre di quell'anno a Sir William Gell, parla del recente ritrovamento di tre modelli di cubito, tra cui uno era certamente quello scoperto da Nizzoli.

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Ricerche sui funzionari dell'epoca di Amenhotep III sepolti al di fuori di Tebe

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Informazioni tesi

  Autore: Virginia Landoni
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Storia e Conservazione dei Beni Culturali
  Relatore: Patrizia Piacentini
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 187

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