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La libertà di stampa dal '700 al '900

I giornali nel pre-fascismo

All’alba della nascita del nuovo movimento a cui faceva capo Mussolini, tra i vari periodici italiani erano assai diffusi ondeggiamenti, incertezze, contraddizioni. Era infatti comune la convinzione che il fascismo, dopo aver avuto un ruolo importante per allontanare il pericolo rosso, si sarebbe “costituzionalizzato”. Emblematico, ricorda Mauro Forno – dottore in ricerca in Storia contemporanea presso l’Università di Torino –, che il “Corriere della sera” pochi giorni prima della Marcia su Roma parlasse dell’esigenza di un governo con lo spirito liberale e la risoluzione fascista, auspicando la formazione di un esecutivo capace di contrastare gli aspetti antilegalitari operanti all’interno del fascismo e di garantire spazio e futuro ai tradizionali ceti dirigenti.
Già nell’immediato pre-fascismo però si verificarono i primi attentati alla libertà di stampa: nel 1921 furono ventinove le sedi di giornali che subirono assalti e devastazioni da parte delle squadre fasciste. Esse non si limitarono a rappresaglie nei confronti dei fogli comunisti e socialisti, ma colpirono tutte le testate che in qualche modo manifestavano anche la minima opposizione ai progetti intimidatori del movimento fascista. Mussolini non fece altro che spingere alle estreme conseguenze l’utilizzo di strumenti a suo tempo adoperati dai governi liberali. A partire dalla sistematica raccolta di informazioni sui giornali, sui loro direttori e sui loro finanziatori. Molti provvedimenti inoltre ebbero lo scopo, più che di “fascistizzare” la stampa, di ridurre al silenzio il dissenso, le voci contrarie.
«Dall’ottobre-novembre 1921 anche il giornale “Il Paese” era stato preso di mira con un’azione deliberata e costante di boicottaggio in provincia, onde determinarne la crisi finanziaria: minacce ai rivenditori, incendi di edicole, sequestri di pacchi del giornale alle stazioni e negli uffici postali...».
In quegli anni, gli episodi di boicottaggio erano all’ordine del giorno: «Nell’agosto del 1922 il giornale “la Stampa” di Torino pubblicò un articolo col titolo “Conclusioni” in cui i fascisti riscontrarono biasimo per azioni da loro svolte. Furono bruciati due pacchi del giornale e Alessio Niccolai fu riconosciuto da alcuni fascisti torinesi e malmenato. Rivenditori ed edicole si rifiutarono di vendere copie del predetto giornale per paura di rappresaglie».

Questo brano è tratto dalla tesi:

La libertà di stampa dal '700 al '900

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Informazioni tesi

  Autore: Marcello Pirovano
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2006-07
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Scienze della comunicazione
  Relatore: Ada Gigli Marchetti
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 67

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