Aspetti del ''sacro'' in racconti popolari marchigiani

A prescindere dall'origine il racconto popolare ha per lungo tempo transitato nell'ambiente popolare e per secoli la sua tradizione è stata principalmente orale. In passato, inoltre, la narrazione di fiabe di tradizione popolare non era confinata al mondo dell'infanzia quanto lo è oggi. Si raccontavano infatti storie davanti al fuoco o nei luoghi di lavoro anche per gli adulti ed era un momento di grande importanza per tutta la comunità, soprattutto nelle zone maggiormente rurali. Chi raccontava spesso apportava modifiche, ampliando o restringendo la trama a seconda dell'attenzione degli astanti o della connotazione che voleva dare al racconto.
Inoltre, a prescindere dall'origine geografica, i racconti si spostavano coi narratori mescolandosi tra loro e dando spesso origine a nuove fiabe o a varianti di quelle già esistenti.
Accade spesso infatti che ad un medesimo intreccio corrispondano diverse versioni che pur mantenendo la struttura originale abbiano ambientazioni e personaggi che rispecchiano il paesaggio, le tradizioni e la vita quotidiana del luogo in cui vengono narrate. Così in Europa troviamo boschi e foreste, popolate di gnomi, troll e diavoli e racconti di grandi imprese di re e cavalieri e in Russia zar che si muovono nelle steppe. Nel deserto e nei territori islamici beduini e sceicchi fanno incontri con i famosi Jinn, creature a metà tra umano e divino ed in Cina i draghi terrorizzano i villaggi dei filatori di seta.