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I requisiti di tutela del brevetto

La nozione di brevetto

Il termine “brevetto” fa riferimento all’attestazione con cui si ottiene il diritto di produrre e commercializzare in esclusiva un oggetto o un sistema sul territorio dello stato in cui viene richiesto. L’innovazione è infatti «uno dei momenti centrali dell’attività d’impresa. Infatti l’imprenditore che riesce a realizzare un’idea nuova e a introdurla nella sua attività, realizza un vantaggio concorrenziale sugli altri operatori del settore, che può risultare decisivo ai fini della sua fortuna».

In termini giuridici, il brevetto è l’istituto giuridico attraverso il quale l’ordinamento assicura all’inventore il diritto di utilizzazione esclusiva dell’invenzione per un certo periodo di tempo. Esso garantisce l’inventore contro il rischio di distruzione del segreto, in quanto l’esclusiva dura per il tempo fissato dall’ordinamento (venti anni), indipendentemente dal fatto che altri siano in grado di realizzare la stessa invenzione. Il brevetto è visto, inoltre, spesso come un diritto di proprietà su un bene immateriale. Infatti, anche se a volte il legislatore fa riferimento alla disciplina della proprietà (ad esempio nell’art. 6 c.p.i. che regola la contitolarità), si tratta comunque di una proprietà sui generis, che ha per oggetto un bene immateriale.

L’ordinamento italiano prevede brevetti per invenzione industriale e brevetti per modelli industriali, a cui si affianca la registrazione del modello o disegno, che riguarda esclusivamente la forma o il “design” di un prodotto. Il brevetto è la forma di protezione più forte che viene riconosciuta a quelle «invenzioni nuove che implicano un’attività inventiva e sono atte ad avere un’applicazione industriale» (art. 45 c.p.i).

L’invenzione ha una durata ventennale a decorrere dalla data del deposito della domanda di brevetto e, come tutti i brevetti, non può essere rinnovato alla scadenza. L’ordinamento italiano non dà però una definizione di invenzione. L’art. 45 c.p.i. si limita a fornire un elenco di invenzioni non brevettabili, mentre l’art. 2585 c.c. «offre una elencazione espressa in positivo, vale a dire di entità brevettabili». Questo significa che non tutte le invenzioni possono essere oggetto di tutela brevettuale.

Secondo l’art. 45 c.p.i., possono costituire oggetto di brevetto i prodotti, i procedimenti produttivi, le varietà vegetali, mentre non sono brevettabili «le scoperte, le teorie scientifiche, i metodi matematici, i piani, i principi ed i metodi per attività intellettuale, per gioco o per attività commerciali, i programmi di elaboratori, le presentazioni di informazioni» in quanto tali. Il brevetto copre, quindi, due categorie di invenzioni: i prodotti e i procedimenti.

Il primo caso riguarda la realizzazione di un nuovo prodotto, mentre il secondo si riferisce alle nuove procedure industriali o metodi di lavorazione «destinati alla realizzazione di prodotti». Peraltro, il prodotto ed il procedimento utilizzato per realizzare il prodotto, quando realizzano due invenzioni autonome, debbono essere oggetto di due diversi brevetti per invenzione.

Questo brano è tratto dalla tesi:

I requisiti di tutela del brevetto

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Informazioni tesi

  Autore: Alberto Saccomani
  Tipo: Tesi di Master
Master in Giuristi, professionisti e consulenti d'impresa
Anno: 2010
Docente/Relatore: Giorgio Avv. Spedicato
Istituito da: Università degli Studi di Bologna
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 28

FAQ

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