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La figura dello psicologo nella scuola: nitida o sfocata? Ricerca su un gruppo di insegnanti

I limiti e le risorse della ricerca

Questa ricerca empirica presenta dei limiti: anzitutto l’esiguità del campione dovuta alla difficoltà precedentemente descritte per ottenere l’attenzione e la disponibilità degli insegnanti. Tale campione, ricordo, non può essere ritenuto significativo o rappresentativo dell’intera classe docente, ma può solo indicare un andamento, dare l’idea dell’opinione dei docenti rispetto all’argomento proposto. Inoltre, costruendo un questionario con risposte chiuse non è possibile indagare in profondità il perché di alcune risposte, o la scelta di un’opzione piuttosto che di un’altra. Con questa ricerca però si può avere un’idea indicativa di come viene visto lo psicologo dai docenti, non solo nelle situazioni in cui finora ha lavorato il professionista come i programmi di prevenzione e consulenza agli studenti, ma anche in quegli ambiti che non sembrano di diretta competenza dello psicologo come il sostegno ai docenti o la partecipazione alla vita della scuola attraverso un inserimento nell’organizzazione della stessa. Questa ricerca può essere utile come inizio di una più vasta valutazione di contesto per comprendere davvero quanto potrebbe aver successo la proposta alla scuola di programmi d’intervento non più indirizzati solo agli studenti ma anche ad altri protagonisti. È interessante vedere come alcune aspettative e ipotesi siano state poi deluse dalle informazioni raccolte, come ad esempio il poco chiaro atteggiamento degli insegnanti che pur avendo alle spalle collaborazioni ed esperienze positive con lo psicologo, non lo ritengono utile come presenza stabile e costante nella scuola.

Perché? Le risposte possibili sono molte, ma i dati raccolti non permettono di andare oltre alle semplici statistiche numeriche. Alcune ipotesi tuttavia possono essere formulate: il timore di non essere più presi in considerazione come cardini dell’istituzione scolastica, sentirsi attaccati dalla presenza di un’altra figura professionale, o ancora, l’incapacità di comprendere che i diversi ruoli di psicologo e insegnante possono collaborare e non confliggere. Tale atteggiamento risulta molto strano se si pensa alla strada lunga e difficoltosa percorsa dalla scuola italiana per rendere l’istituzione scolastica un luogo di formazione e sostegno, se si tiene in considerazione quanti docenti hanno partecipato perché ciò avvenisse e quanti insegnanti, pur non essendo consapevoli hanno fatto in modo che i ragazzi crescessero proprio perché sostenuti anche da un punto di vista umano e non solo didattico.
Perché nell’immaginario collettivo la figura dello psicologo fa ancora così paura?
Questo quesito è emerso proprio come unica spiegazione alla forte contraddizione fra esperienza positiva e non accettazione dello psicologo scolastico. Proprio per comprendere meglio tali risultati ho svolto anche delle ricerche che valorizzassero maggiormente gli aspetti qualitativi dell’argomento attraverso interviste a docenti e psicoterapeuti.

Questo brano è tratto dalla tesi:

La figura dello psicologo nella scuola: nitida o sfocata? Ricerca su un gruppo di insegnanti

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Informazioni tesi

  Autore: Eleonora Soffiato
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2007-08
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Guido Petter
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 83

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Parole chiave

insegnante
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