Gli strumenti di programmazione e controllo: il caso Alitalia

Una disamina del sistema legislativo e regolamentare nel settore dei trasporti aerei e della sua evoluzione nel corso del tempo deve partire, analogamente a quanto accade in altri settori del trasporto, dalla descrizione dell’evoluzione dello scenario internazionale e, in particolare, dall’analisi della posizione assunta dagli Stati Uniti. Le vicende occorse oltreoceano, infatti, hanno notevolmente influenzato il modo di operare della Comunità Europea nei suoi interventi volti a dettare le linee guida per i singoli stati membri.
La prima importante regolamentazione al riguardo è quella relativa alla convenzione di Chicago del 1944 la quale, dopo aver sancito il principio della “sovranità piena ed esclusiva sullo spazio aereo al disopra del suo territorio” di ogni Stato contraente (Art. 1), definisce, tra l’altro, le modalità di sorvolo dello stesso da parte di aeromobili di altri Stati contraenti impiegati in servizi aerei internazionali registrati e non registrati. Riguardo le modalità di svolgimento del trasporto aereo internazionale, lo svolgimento dei voli tra due Stati sovrani era legato rigidamente alla stipulazione di accordi bilaterali tra i due paesi. Per quanto invece riguarda gli aspetti relativi alle tariffe, la Convenzione non ha definito un orientamento maggioritario tra chi riteneva opportuno un intervento pubblico nella fissazione e chi invece fosse favorevole alla massima libertà per le compagnie, rinviando così qualunque presa di posizione relativamente a tale aspetto. Tale questione tariffaria è stata trattata, negli anni seguenti, tramite accordi bilaterali per la gestione del traffico aereo, volti tra l’altro a regolamentare la capacità e le frequenze. Tali accordi, per quello che riguarda le tariffe, si basavano sul principio della c.d. “doppia approvazione” da parte di entrambe le autorità competenti dei due Stati capolinea.