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Bigenitorialità fallita: la PAS

I figli nella separazione e nel divorzio

La separazione di una coppia, per quanto oggi sia considerata “normale”, rappresenta comunque un grosso fallimento rispetto ad un progetto di vita che comporta sì un periodo di sofferenza per la coppia, ma anche rilevanti conseguenze per gli eventuali figli.

Fino alla metà degli anni 70 le ricerche attuate in questo settore riscontrarono una elevata correlazione positiva tra patologia psichiatrica infantile e disgregazione familiare: dalle numerose indagini sembrò che emergesse una sorta di “sindrome da separazione” sufficientemente delineata e si cominciarono ad esaminare singolarmente i sintomi che concorrevano a definirla.

Gli stessi studiosi si trovarono concordi nell’attribuire nel cambiamento della struttura della famiglia, da bigenitoriale a monogenitoriale, la vera causa delle situazioni psicopatologiche sovente riscontrate nei bambini. L’allontanamento di un genitore e la sua assenza relativamente inaspettata e repentina, apparve ad essi il fattore-chiave, l’aspetto più importante, e a ciò vennero indiscriminatamente ricondotti gli effetti della separazione sui minori.

Inoltre, dal momento che in più dell’ 85% dei casi il genitore affidatario risultò essere la madre, se ne dedusse, quindi, che la diretta causa dell’anomalo sviluppo psico-sociale, cognitivo ed emotivo dei fanciulli andava ricondotta all’assenza della figura paterna. Venne riscontrata una vasta gamma di reazioni tipiche che tuttavia era possibile far rientrare in tre fondamentali aree di disadattamento: sociale (comportamenti delinquenziali e anti sociali), psicosessuale (inadeguato sviluppo psicosessuale e insuccesso nell’espletamento dei ruoli sessuali), scolastico (insuccessi scolastici e blocco nei processi di apprendimento).

Ben presto vennero riscontrati i limiti di tali studi che, in modo così semplicistico, riconducevano le reazioni psicopatologiche dei minori all’assenza della figura paterna, o al cambiamento di struttura del nucleo familiare. Le recenti indagini dimostrano che l’intensità della sofferenza dei figli risulta influenzata da una serie di variabili tra loro interagenti, come ad esempio: la personalità dei genitori e la loro capacità genitoriale pregressa; le cause della separazione e le modalità con le quali questa sta avvenendo; l’età, il sesso, il numero dei figli; il grado di consapevolezza e la capacità di fronteggiare l’evento dei genitori stessi. A seconda di come questi fattori interagiranno il figlio potrà superare questa intensa esperienza emotiva senza grossi danni, oppure potrà venire pesantemente segnato.

Secondo Pazè è possibile limitare i danni se, nella fase precedente o concomitante alla separazione, vengono rispettate 4 condizioni:
- che tutti i soggetti coinvolti nell’evento ne prendano consapevolezza (questo significa che anche i minori devono essere informati di cosa sta accadendo ed aiutati a capire cosa succederà);
- che i genitori, attraverso un processo di “elaborazione del lutto”, siano in grado di avviarsi verso il raggiungimento di un divorzio psichico, che contempli un nuovo assetto personale, comprendente anche il figlio;
- che il tempo per la “separazione psicologica” sia adeguato: né troppo corto né troppo lungo. Deve poter permettere lo spazio per una eventuale mediazione, ma non quello che porta alla cronicità del conflitto, che impedirebbe qualsiasi cambiamento;
che l’affidamento del figlio sia fatto nel modo per lui più appropriato e che gli sia consentita la “bigenitorialità”.

Purtroppo è però più facile che il minore si trovi a vivere il momento della separazione dei genitori in alcuni condizioni che rendono più problematico e difficile tale momento, come ad esempio:
- la disputa tra la coppia per l’affido del figlio, con la relativa svalutazione di un genitore da parte dell’altro;
- l’indisponibilità del genitore affidatario a favorire gli incontri del figlio con l’altro genitore;
- la fretta di fare incontrare il figlio con l’eventuale nuovo partner.
Tali condizioni, spesso, portano a significativi cambiamenti di comportamenti da parte dei minori che subiscono la separazione dei genitori.

E’ importante ricordare che la separazione dei genitori può avere luogo durante fasi diverse dello sviluppo fisico ed emozionale dei figli; date perciò queste differenze di sviluppo, oltre quelle di carattere, è improbabile che tutti i figli reagiscano allo stesso modo alla separazione dei genitori.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Bigenitorialità fallita: la PAS

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Informazioni tesi

  Autore: Manuela De Paolis
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Roma La Sapienza
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Psicologia
  Relatore: Serafino Ricci
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 254

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