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La Grande Guerra del Gazzettino - La stampa italiana dalla neutralità alla disfatta di Caporetto

Dalla rivalità italo-tedesca all' “inutile strage”

Se il primo anno di guerra il nemico brutalizzato fu esclusivamente quello austriaco, dal 1916, il Gazzettino comincia ad avversare soprattutto la Germania, in concomitanza con la battaglia di Verdun, che sembrava potesse spezzare la resistenza francese e compromettere l'esito dell'intera guerra. All'articolo: “Salve o Francia” (vedi p. 78) seguirono nell' agosto del 1916, articoli volti a brutalizzare la cultura germanica cercando, con esempi ricavati dalla manipolazione di eventi passati e dai forti toni razzistici, di far passare i Tedeschi come persone più simili alle belve che agli uomini. Il primo esempio, rivolto alla penetrazione della cultura tedesca nelle scuole italiane, è tratto dall'articolo pubblicato da Gustavo Visentini il primo agosto.
“Abbiamo imparato che la scienza teutonica, esaltazione della forza bruta, mirava alla preparazione dei più spaventevoli strumenti di morte coltivando gli istinti più violenti, le crudeltà spietate per aggredire popoli pacifici e inermi, per violare il diritto delle genti”.

Il 7 agosto nell'articolo: “Il nome tedesco superlativo di barbaro” viene toccato il punto più alto della propaganda anti-nemica. In esso si sostiene che i Tedeschi siano originariamente un popolo barbaro al pari dei Tartari, con i quali condividono la volontà di sopraffare la razza latina, vista come unica civiltà europea. Si arriva a dire che, mentre i Franchi, i Belgi, gli Anglosassoni e gli Slavi assimilarono la cultura romana (fatto assolutamente non vero, è un semplice atto di solidarietà verso i popoli impegnati contro la Germania) i Tedeschi non lo fecero. Anzi essi rimasero, fino ad oggi, “con gli stessi istinti di rapina di aggressione e di gusto per lo spargimento del sangue umano”. L'articolo si chiude con la profezia che dopo la guerra il nome tedesco denoterà, su tutti i dizionari, “un popolo o l'essere con gli istinti di un barbaro medioevale rinforzato con l'intelligenza di un malfattore delinquente del XX secolo”. Queste dichiarazioni infuocate, condivise dalla stampa nazionale, porteranno il governo alla dichiarazione di guerra alla Germania del 27/8, la quale sarà salutata dal Gazzettino “con un senso di liberazione e sollievo”. Quelle di agosto sono anche le giornate della presa di Gorizia, riportate a partire dal giorno 10, quando la conquista della città giuliana occupa il titolo dell'edizione quotidiana.

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La Grande Guerra del Gazzettino - La stampa italiana dalla neutralità alla disfatta di Caporetto

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Informazioni tesi

  Autore: Andrea Secco
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Padova
  Facoltà: Scienze della Comunicazione
  Corso: Lettere
  Relatore: Giovanni Focardi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 94

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