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Discesa in campo: Berlusconi e i giornali

Berlusconi forse!

“L'arma polemica più utilizzata contro il Cavaliere è l'accusa di essere una sorta di reperto dell'Antico Regime, gettatosi in politica al fine di sopravvivere e di riciclarsi. Ha certo più di una freccia al suo arco chi ricorda quasi ossessivamente il sodalizio di Berlusconi con il defunto Caf, e gli indubbi vantaggi che gliene sono derivati. […]

Nuovo, sulla scena politica, benché concertante, il protagonista. Nuovo lo stile della comunicazione politica. Nuova, o almeno seminuova, la platea, affollata di gente che ha poco da spartire, verrebbe da dire persino sul piano antropologico, con il personale politico tradizionale, compreso quello meno compromesso che sta frequentando analoghe kermesse. Intendiamoci. Nonostante la cattiva retorica degli ultimi anni, non è detto affatto che "nuovo" sia sinonimo di bello, giusto, lodevole.”

Non si può certo dire che il “Corriere della era” sia contrario alla discesa in campo di Berlusconi. Non si può di sicuro dire che appoggi la sinistra. Che abbia un po' di timore sì, che qualche giornalista sia sconcertato certo, che, forse, la Destra andava organizzata in altro modo sono in molti che la pensano.

Accade così che un giornale tradizionalmente sulle posizioni conservatrici, quindi puntato verso destra, guardi con estrema diffidenza al nuovo che avanza, un nuovo che si chiama Berlusconi, una destra che è rappresentata in sostanza da Forza Italia. Lo schieramento di Destra è di sicuro lontano dall'essere unito, distante da un'uniformita` che dovrebbe essere consona, se non addirittura il fondamento, di una campagna elettorale.

Il “Corriere” è certamente il più ambiguo quotidiano di questo periodo. In generale è ovvio che ha paura della Sinistra, che teme una vittoria dei PDS, e uno sgretolamento di un centro-destra gia` decisamente debole. Tutto sommato, alla luce di quanto si legge, il “Corriere” è anche spaventato da quel pomposo, impensabile, esagerato uso dell'immagine pubblicitaria, della comunicazione televisiva, degli ingressi in pompa magna, dei sostenitori trasformati in fans inneggianti ai propri idoli intonanti cori da stadio, della prepotenza con cui ci si propone, della retorica così altisonante quanto fumosa.

Scrive ancora, e conclude l'articolo con un consiglio-auspicio, Paolo Franchi: “il nuovo è veramente nuovo, ma è nello stesso tempo veramente inquietante. Anche quando si manifesta attraverso il tragicomico zelo del direttore del TG4, Emilio Fede. Ieri, nei suoi telegiornali, la
di Forza Italia ha imperversato oltre i limiti dell' umanamente tollerabile.

Per un soffio non si è realizzata un'altra sua iniziativa, la trasmissione integrale, in prima serata, della "Grande sfida di Berlusconi". Non abbiamo nulla da aggiungere a quanto detto al TG5 da Enrico Mentana sul dovere di assicurare sin d'ora parita` di condizioni a tutti in tutte le reti televisive, pena lo sconvolgimento di ogni regola democratica.

Salvo, se ci è consentito, un modesto consiglio al Cavaliere. Torni a telefonare a Fede per esortarlo a una minore solerzia. Ne trarra` vantaggio anche lui.” Ciò che sconcerta e ciò che è ritenuto probabilmente controproducente è l'ossessionata campagna a favore, colma di trionfale, ostentata retorica, di alcuni giornalisti televisivi interni a Fininvest rappresentati, in questo caso, ma non solo, in particolare da Emilio Fede, direttore del TG4, autore di un'entusiastica ed interminabile diretta della prima convention di Forza Italia.

Il troppo stroppia insomma, potrebbe seriamente minare la credibilita` e la serieta` che, anche il “Corriere”, cerca di dare a Berlusconi, ergendolo a difensore delle liberta` e a valida alternativa alla Sinistra. Il Nuovo così come viene dipinto da Emilio Fede non piace, la moderazione del “Corriere” è sempre parte fondante della sua indole e questi toni altisonanti e celebrativi, di sicuro eccessivi, sono un danno, verso i quali occorre necessariamente fare un passo indietro.

Probabilmente Scalfari aveva visto giusto quando parlava di “gonzi” e dei facili metodi con cui si possono abbindolare. Ebbene, questi “gonzi” non sembrano essere visti dal giornale milanese, che continua a credere, e sperare, nella politica fatta in modo corretto, leale, ovattato, tranquillo possibile.

La linea di condotta generale è questa: mantenere la calma, evitare schiamazzi, urla e ovazioni. Occorre essere, ora più che mai, cauti, attenti, moderati nelle parole, evitare passi falsi. Quelli, i passi falsi, li commette gia` il leader di Forza Italia, meglio mantenere così un basso profilo, in attesa, pensierosi, aspettanto momenti migliori, per esultare, leccarsi le ferite, o per rammarcarsi di non aver fatto di più.

Aspettare. Per vincere meglio tenere, a fatico, il basso profilo, e lasciare agli altri le polemiche. Berlusconi non sara` il candidato ideale, Forza Italia magari non rispecchia a pieno le idee che il “Corriere” da anni difende, ma è il candidato, l'unico davvero in grado di battere la Sinistra, l'unico che, citando Montanelli, bisogna votare turandosi il naso. Il ruolo del “Corriere della Sera” è questo, osservare quello che succede, appoggiare senza esporsi troppo, ostacolare silenziosamente la Sinistra, criticare chi eccede... il paradossale ruolo dello scrutatore non votante.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Discesa in campo: Berlusconi e i giornali

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Informazioni tesi

  Autore: Fabrizio Cora
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi di Torino
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lettere
  Relatore: Emma Mana
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 79

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