''In Treatment''. Analisi di una fiction sulla psicoterapia psicoanalitica.

All’interno del setting terapeutico si incontrano due soggettività, due “persone che parlano in una stanza” (Nissim Momigliano, 1984) e interagiscono nel corso della terapia influenzandosi a vicenda ed evocando nell’altro sentimenti e reazioni.

Alcune ricerche (Horvath, Symonds, 1991; Martin et al., 2000; Horvath, Bedi, 2002; Lingiardi, 2002) hanno chiaramente mostrato come il concetto di relazione o, più precisamente, quell’aspetto della relazione che va sotto il nome di alleanza terapeutica sia un buon predittore dell’efficacia delle psicoterapie. Come sostiene Stephen Mitchell, l’alleanza terapeutica può essere considerata “la piattaforma mancante che rende possibile il sistema di leva interpretativo, il punto su cui l’analista appoggia il suo peso quando interpreta (1997, p. 49).

Recentemente, il concetto di “alleanza terapeutica” ha perso i confini concettuali ben delimitati. E’ necessario pertanto osservare come questa dimensione sia intrecciata ad altre componenti della relazione terapeutica, tra cui senz’altro possiamo annoverare il “transfert”, il “controtransfert”, la “relazione reale”, l’“attaccamento” (Colli, Lingiardi, 2009; Horvath, 2009; Safran, Muran, 2006). Come è noto, la scoperta dei fenomeni transferali (clinicamente rilevati come risposte emozionali rivolte all’analista) avvenne per caso grazie alla gravidanza isterica sviluppata da Anna O. nel corso della cura con Breuer (Freud, 1914 b, p. 385).

La concettualizzazione freudiana del transfert, inteso come una resistenza alla cura ma anche come un sintomo cruciale da risolvere nella cura stessa, diventa ben presto un elemento cardine nella teoria della tecnica psicoanalitica. Sia nella versione freudiana sia in quella kleiniana il concetto è strettamente ancorato a quello di “ripetizione” di affetti e/o di fantasie relazionali vissute dal paziente nella sua storia personale. Dunque il transfert contiene un vissuto antico del paziente e allo stesso tempo assume un significato e una funzione nel qui-e-ora della relazione analitica. Le reazioni transferali, se da un lato oppongono resistenza al processo, dall’altro rappresentano un elemento importantissimo per potere osservare quell’esperienze affettive inaccessibili al ricordo e al riconoscimento.

Il transfert rappresenta “il campo decisivo nel quale compiere l’analisi” (Racker, 1968; Grinberg, 1997). Glenn (1978, p. 38) afferma inoltre che “la comprensione del transfert è così importante che spesso diviene il punto centrale dell’analisi”. Anche il controtansfert costituisce una componente costante e imprenscidibile della terapia.

La sua definizione ha attraversato diverse concettualizzazioni: nel modello classico la “controtraslazione” rappresenta quelle reazioni emotive improprie che l’analista sperimenta e agisce inconsciamente nella relazione analitica, in quanto derivanti dai conflitti non risolti del proprio passato.