Cerimonie religiose e gruppi cerimoniali a Striano

La festa può essere, è stata ed è oggetto di studio da un punto di vista storico-religioso, folklorico o antropologico-culturale.

I contenuti strutturali, comportamentali, simbolici si adeguano alle strutture sociali e culturali in cui si colloca il fenomeno festivo. Il sentimento di festa fa sì che essa esprima un’atmosfera partecipativa e si arricchisca di connotazioni simboliche: ogni festa comporta un’organizzazione comunitaria coinvolgendo un gruppo, un intero paese, ma fuori da settorializzazioni di età, sesso, classe sociale, a seconda dell’occasione e della natura religiosa, sociale, civile della festa. Il quadro di riferimento ideologico spazia dall’immagine di un santo cristiano ad un evento storico, sociale o politico, che viene commemorato e celebrativamente rievocato.

La festa instaura un processo di socializzazione per la preparazione, l’allestimento e la raccolta di fondi coinvolgendo la collettività, mentre la sua dinamica storica esprime tanto una componente spontanea e popolare che la priva di questa componente per l’influsso di organismi esterni come la chiesa, con le sue feste ufficiali. Se si tratta di feste patronali paesane coinvolgono l’intera popolazione locale; in tutti i casi vi è partecipazione di massa, con manifestazioni corali di esultanza.

Tutte le feste sono a lungo termine, sottomesse a mutamenti di tematiche, significati, valori, a causa della trasformazione della società. In ogni festa si fondono aspetti e comportamenti, da parte di alcuni ceti, di vera partecipazione, di contro ad aspetti edonistici e utilitaristici o di scarso interesse. Il processo di dinamica della festa porta anche all’eliminazione programmata di determinate feste, all’istituzione di nuove feste e alla scomparsa di altre tradizionali. Durante le feste vigono norme di comportamento differenti da quelle abituali; ciò che è normale o anche obbligatorio nei giorni comuni, per esempio il lavoro, può essere proibito nelle feste; durante le feste ci si veste diversamente, si mangia (o si digiuna) diversamente che nei giorni comuni; certi tabù valgono solo per le feste, altri vigenti sempre possono essere sospesi proprio per le feste.

In realtà la festa è un grande dramma rituale che comprende a sua volta più riti, né mancano nella festa, perché ne sono elementi costitutivi, allusioni alla morte, alla pietà, al dramma esistenziale. Lo spirito comunitario e comunicativo, che anima la festa popolare e di massa, porta alla costituzione di grandi unità di partecipanti, distinti secondo paesi o confraternite; in tal modo si crea un mondo felice, unitario e ugualitario, che è alternativo alla realtà vissuta.

La festa consiste primariamente nel ricelebrare ogni volta il ricongiungimento degli individui al gruppo. Essa ricrea e rigarantisce periodicamente l’unità della comunità che vi prende parte, ricostituendo il vincolo ombelicale che la unisce alla sua tradizione. Perciò la festa è un istituto tradizionale perché vuole essere sempre uguale a se stessa, a dispetto delle trasformazioni che avvengono al suo interno. Essa è dunque strumento di autoriconoscimento del gruppo, e degli individui in esso, attraverso lo specchio della tradizione.

Porre in mostra durante le processioni i vari simboli che le caratterizzano (statue, offerte, baldacchini…), è costume frequente nell’organizzazione delle feste popolari nel Mezzogiorno d’Italia.