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La storia riletta dal cinema: La meglio giuventù, The dreamers e Buongiorno, notte

Buongiorno, notte

Buongiorno, notte è l’ultimo film di Marco Bellocchio: tratta del sequestro e della esecuzione di Aldo Moro in modo piuttosto inconsueto. Infatti Bellocchio sceglie di raccontare il sequestro da parte dei rapitori, in particolare da parte di una’aderente alle Br, e di cogliere la più profonda umanità dei personaggi, a prescindere dall’ideologia.

Buongiorno, notte è anche il verso di una poesia di Emily Dickinson e, nel nostro caso, sembra alludere al buio che avvolse l’Italia negli anni ’70, durante gli anni di piombo, quando alla guida del governo c’era la Democrazia Cristiana.
Diversi film hanno trattato queste tematiche. Quello che, a mio avviso, colpisce di più, in questo film, è sicuramente il modo con il quale Bellocchio affronta l’argomento, senza cadere nel banale o nel già visto. Sì, perché, nei film che trattano di storia, è facile cadere nella cronaca o nel documentarismo, ma Bellocchio supera questi pericoli, servendosi di una buona dose di elementi visionari, della psicanalisi e non rinuncia alle tematiche a lui più congeniali, come la famiglia,la politica, la religione e l’odio per ogni forma di oppressione. E,’ dunque, una sorta di punto d’arrivo del suo cinema.

Buongiorno, notte, nel 2003 ha partecipato al Festival del Cinema di Venezia, ma la mancata vittoria suscitò molte polemiche. In realtà un film che tratta di storia, indipendentemente dalla partecipazione a un Festival, suscita sempre molte discussioni, specialmente per chi, direttamente o indirettamente, è coinvolto nel periodo storico in questione, come è stato per noi Italiani. Un film, dunque, che ha fatto parlare molto di sé, nel bene e nel male.

Mentre scorrono le ultime immagini di Buongiorno, notte, non si può fare a meno di ripensare a The Dreamers di Bernardo Bertolucci. Il pensiero va a Théo e a Isabelle, i due protagonisti, che, nel film di Bertolucci , si separano dal loro amico americano per afferrare le molotov e iniziare, così, la lotta armata contro il Potere. In Buongiorno, notte, Mariano e Chiara sembrano Théo e Isabelle colti dieci anni dopo il famoso ’68. Essi allora scelsero di fare la Rivoluzione. Imbracciarono le armi e scesero in guerra contro lo Stato oppressore. Il giorno nel quale innalzarono il fazzoletto sul viso fu quel lontano giorno del ’68. Da allora sono entrati nella clandestinità e in guerra. Sono già molte le vittime. Sono i terribili anni di piombo delle Brigate rosse. Si guarda all’Italia con un moto di paura! In Germania circola il fotomontaggio di una pistola su un piatto di spaghetti! Il terrorismo pseudo-rivoluzionario toccherà diversi paesi, ma è in Italia che si verifica la più lunga striscia di sangue. Cadono vittime dei Brigatisti rossi magistrati, giornalisti, sindacalisti. Le Istituzioni vengono messe alla prova duramente. Le forze dell’ordine pagano un alto tributo di sangue. Lo Stato, però, sotto i duri colpi delle “esecuzioni” delle Brigate rosse, ritrova una insperata unità e solidità. Le forze politiche, pur nel loro continuo ondeggiare, riescono a trovare una linea di unità nazionale. I partiti democratici si rendono conto del pericolo e si stringono, senza tentennamenti, in un patto di condanna ferma delle violenze dei Brigatisti rossi. E’ il tempo di un governo di “solidarietà nazionale”. Il Pci, da trenta anni escluso dal governo, prende le distanze dal movimento terroristico e si schiera a difesa delle Istituzioni e della Democrazia. […]

Il terrorismo sembra la Rivoluzione; in realtà è la sconfitta della idea stessa di Rivoluzione.

L’importanza del film di Marco Bellocchio sta precisamente in questo: esso coglie il momento nel quale gli ideali del ’68, proprio quando sarebbero dovuto diventare realtà e fiorire, cadono miseramente appassiti, perché coltivati nel freddo e nel cinismo della violenza.

Sono illuminanti le parole di Anna Laura Braghetti, dal cui libro, Il Prigioniero, il film prende spunto:

“Non ero in grado, allora, di sostenere politicamente la mia posizione. Di mostrare quanto fossero speculari, simili in modo perfino impressionanti, la rigidità dello Stato e la nostra. Noi avremmo dovuto fare uno scarto , metterci in un’altra posizione, essere un’alternativa nei fatti, fin da subito, alle scelte del Palazzo. Dovevamo essere un’altra politica, se volevamo un’altra società. Potevamo metterci su un altro piano, dimostrare che eravamo migliori, e non imitare l’incapacità di recedere della Dc, del Pci e del governo. I rivoluzionari, avrei dovuto dire, hanno il compito di essere più lungimiranti.”

Questo brano è tratto dalla tesi:

La storia riletta dal cinema: La meglio giuventù, The dreamers e Buongiorno, notte

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Informazioni tesi

  Autore: Stefania Onofrillo
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2003-04
  Università: Università degli Studi Roma Tre
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Scienze e tecnologie delle arti figurative, musica, spettacolo e moda
  Relatore: Lucilla Albano
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 76

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