Il petrolio come risorsa strategica. Fragilità e oligopolio del mercato.

Da un decennio circa, la questione ambientale è diventata prioritaria nell’agenda politica dei paesi industrializzati, specie in riferimento alla produzione di energia, ritenuta la maggiore responsabile di emissione nell’atmosfera di agenti inquinanti.
Negli anni si è avviato un processo di regolamentazione ambientale sempre più restrittivo al quale le industrie sono vincolate.
Il problema fondamentale nasce dal fatto che le fonti energetiche virtuose dal punto di vista ambientale sono anche le più onerose dal punto di vista economico, senza contare che le fonti cosiddette alternative rappresentano una quota del mercato trascurabile.
Alla luce di queste osservazioni oggi è stata rilanciata con forza l’ipotesi del nucleare.
Tutti i regolamenti oggi in vigore nei diversi stati industrializzati in materia ambientale, sono vincolati al Protocollo di Kyoto.
Adottato nel dicembre 1997 ed entrato in vigore il 16 febbraio 2005, il Protocollo è stato ratificato da parte di 55 paesi responsabili del 55% delle emissioni CO2. L’obiettivo è riportare nel periodo 2008 – 2012 il livello delle emissioni totali dei paesi firmatari sotto il livello del 1990 attraverso interventi strutturali (sostituzione di combustibili, innovazioni di processo, migliori rendimenti termici, più efficiente gestione), e non strutturali come la rinuncia a produrre o il ricorso allo scambio dei “diritti di emissione”: le aziende che riescono ad emettere una quota di gas inferiore a quella consentita, possono vendere la loro quota ad aziende che sforano il limite.