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I battuti nella tradizione costruttiva dei popoli del bacino del Mediterraneo

Scutulata pavimenta

Nelle stanze e in tutti gli spazi nei quali si avessero particolari pretese estetiche, e per le superfici maggiormente soggette ai traffici, l’impasto di cocci e malta del nucleus veniva arricchito con grossi frammenti di ceramica o marmo, le crustae, gettati a caso sulla superficie o disposti a formare precisi disegni. In alternativa, e per un effetto più curato, si veniva a creare un quarto strato, un supranucleus, molto sottile e della stessa malta dello strato sottostante. Esso era solitamente steso dagli stessi mosaicisti per potervi collocare le tessere. La superficie veniva poi regolarizzata battendo leggermente con la cazzuola oppure passandovi sopra una grossa pietra cilindrica come fosse stata un rullo.
L’uso del mosaico quale elemento tecnico e decorativo nasce probabilmente in Grecia, come evoluzione dei primi pavimenti in cui i rudimentali ciottoli colorati vennero col tempo regolarizzandosi fino a che i mosaicisti si resero conto che frantumando le pietruzze potevano ottenere elementi piani, più adeguati alla realizzazione di un pavimento. Il taglio in seguito si affinò, e i mezzi ciottoli divennero cubi, quelli che Vitruvio definisce tesserae. Plinio conferma la Grecia come luogo di origine dell’arte musiva, ed a testimonianza dell’accuratezza che le composizioni spesso assumevano descrive il mosaico che a Pergamo era detto “la casa non spazzata”, perché rappresentava con piccole tessere di vario colore i resti di un pasto come lasciati lì sul pavimento. Sicuramente un furbo espediente per ridurre le fatiche della manutenzione domestica.
A Roma si soleva indicare questi pavimenti con il nome di scutulata, termine che ancora oggi individua tutti i pavimenti fatti a scaglie, o crustae, e non un tipo in particolare. L’interpretazione deriverebbe dall’uso che del termine hanno fatto più autori, il Palladio riferendosi al manto ornato di macchie irregolari dei cavalli pezzati, Plinio indicando la tela del ragno, ecc.
I pavimenti con scaglie realizzati un tempo possono essere raggruppati principalmente in tre tipi: mosaici di tessere su fondo bianco, su fondo nero, e mosaici su fondo di cocciopesto. Nei pavimenti a fondo nero il contrasto di colori era ottenuto tramite l’inserzione di scaglie di tonalità molto chiara, solitamente marmi(giallo antico, africano, serpentino e granito), tagliate rettangolari o in forma di poligono e disposte con un certo ordine.

Questo brano è tratto dalla tesi:

I battuti nella tradizione costruttiva dei popoli del bacino del Mediterraneo

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Informazioni tesi

  Autore: Annamaria Della Sala
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2005-06
  Università: Università degli Studi di Napoli - Federico II
  Facoltà: Ingegneria
  Corso: Ingegneria Edile
  Relatore: Francesco Polverino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 114

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