Il concetto di ''alienazione'' negli scritti giovanili di Marx

Una volta acquisiti i risultati dell’indagine filosofica marxiana, possiamo, restando alle opere che precedono la stesura dei Manoscritti economico-filosofici del ’44, recuperare le fondamenta del suo ragionamento. Come ci suggerisceLukács, la strada per giungere alle conclusioni tratte nella Questione ebraica gli fu spianata da due principali acquisizioni che ne hanno preceduto la stesura: il ribaltamento del rapporto tra Stato e società civile e, di conseguenza, l’intima contraddittorietà dello Stato politico (borghese).
Parlando della Questione ebraica abbiamo toccato indirettamente una serie di punti dirimenti della critica del giovane Marx all’idealismo hegeliano: la concezione della scissione dell’individuo, del ribaltamento, prende le mosse dalla critica a Hegel di qualche anno prima nella Critica della filosofia hegeliana del diritto pubblico. Qualche anno più tardi, lasciatosi alle spalle Feuerbach e i giovani hegeliani con le Tesi e l’Ideologia tedesca e, fatti realmente i conti con Hegel, recuperando il suo metodo in quanto necessaria forma di pensiero, scrive:«Per il suo fondamento, il mio metodo dialettico, non solo è differente da quello hegeliano, ma ne è anche direttamente l’opposto. Per Hegel il processo del pensiero, che egli, sotto il nome di Idea, trasforma addirittura in soggetto indipendente, è il demiurgo del reale, mentre il reale non è che il fenomeno esterno del processo del pensiero. Per me, viceversa, l’elemento ideale non è altro che l’elemento materiale trasferito e tradotto nel cervello degli uomini.». In queste poche righe è esposto in sintesi il culmine della critica che Marx, sulla scia di Feuerbach, comincia a muovere nei confronti di Hegel.