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Problemi psicologici nella sindrome di Klinefelter

Come individuare le difficoltà nei soggetti Klinefelter

La conoscenza di caratteristiche fisiche e psicologiche è importante per attuare strategie di prevenzione con i bambini che fortunatamente si avvalgono di una diagnosi prenatale della sindrome. Una prima e utile rilevazione delle difficoltà di questi soggetti, sia in ambito cognitivo che emotivo, è a carico dei genitori in quanto è con loro che nei primissimi anni di vita stanno maggiormente a contatto.
Nei soggetti 47,XXY alcune manifestazioni della sindrome sono comuni, quando queste sono presenti dalla nascita ai dodici mesi, i genitori si accorgono della presenza di ipotonia e frequenti infezioni alle vie respiratorie superiori. Tra i due e i quattro anni i genitori notano un atteggiamento di tipo autistico (ben diverso dall’autismo) combinato con problemi nel processo uditivo.
È proprio attraverso l’osservazione attenta e scrupolosa del comportamento che questi adottano in diverse situazioni della vita quotidiana, che possono emergere atteggiamenti che attirano l’attenzione in quanto ritenuti anomali rispetto ad uno sviluppo normale.
Nei primi anni di vita si nota che questi bambini tendono ad essere calmi, poco espansivi, un po’ passivi ed eccessivamente timidi e riservati. Solitamente imparano a parlare e a camminare più tardi rispetto agli altri bambini.
Nella norma, subito dopo il primo compleanno, i bambini dovrebbero poter comunicare i loro desideri utilizzando semplicemente una sola parola per poi gradualmente cominciare ad unire le parole per produrre le frasi. Dall’età di tre anni in poi, la maggior parte dei bambini usa una media di circa quattro parole per frase. Se un genitore nota che il proprio figlio entro i diciotto - ventiquattro mesi non comunica efficacemente attraverso le singole parole, dovrebbe farlo presente al proprio pediatra per poi consultare un logopedista che possa assisterlo e fornirgli le basi per un corretto uso del linguaggio.
Il linguaggio nel corso dello sviluppo è essenziale non soltanto per imparare il programma di studi della scuola, ma anche per costruire i rapporti sociali. È proprio attraverso la comunicazione e l’ascolto che i bambini affetti dalla sindrome di Klinefelter socializzano, si impegnano nei giochi, dove emerge fortemente la loro creatività, fanno amicizia con altri bambini, riuscendo però ad avere pochi amici per volta.
Nel gruppo tendono ad avere un atteggiamento infantile e non hanno la tendenza ad assumere un ruolo di comando.
I genitori dovrebbero inoltre prestare particolare attenzione all’udito dei loro figli, in quanto come tanti bambini con cariotipo normale, possono soffrire di frequenti infezioni alle orecchie. Tali infezioni possono alterare l’udito e di fatto ritardare l’acquisizione del linguaggio e possono provocare difficoltà nella comprensione di ciò che viene detto loro dagli altri.

Questo brano è tratto dalla tesi:

Problemi psicologici nella sindrome di Klinefelter

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Informazioni tesi

  Autore: Genoveffa Malizia
  Tipo: Laurea I ciclo (triennale)
  Anno: 2009-10
  Università: Università degli Studi Gabriele D'Annunzio di Chieti e Pescara
  Facoltà: Psicologia
  Corso: Scienze e tecniche psicologiche
  Relatore: Liborio Stuppia
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 37

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Parole chiave

anomalie cromosomiche
apprendimento
diagnosi
disturbi cognitivi

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