Pedalata, carrambata, spaghettata - Funzioni e produttività del suffisso -ATA nell'italiano d'oggi

Per avere un’idea dell’effettiva produttività del suffisso –ATA nell’italiano del XX secolo mi sono servita della versione digitale del Dizionario della Lingua Italiana a cura di Tullio De Mauro, edito da Paravia nel 2000. Ho potuto selezionare i lemmi terminanti in –ATA entrati nell’uso nell’ultimo secolo rilevato (1901-2000). Ne è risultata una lista di più di 300 parole; dopo la prima, necessaria, scrematura di quelle non considerabili effettivi derivati in –ATA (come gramolata o omeopata), ho effettuato un’ulteriore selezione prendendo in considerazione solo i termini marcati come di uso comune e comune/tecnico-scientifico (si consideri comunque che un termine come cocomerata è considerato dal De Mauro come di “basso uso”), per un totale complessivo di 152 lemmi, a cui ho aggiunto l’unico (telefonata) di “alto uso”. Questa scelta è stata necessaria per non rendere troppo frammentato il discorso; qualche eccezione è stata comunque fatta per i lemmi che, negli ultimi dieci anni, sono entrati maggiormente nell’uso nonostante siano considerati regionalismi (stupidata, minchiata), di basso uso (il già citato cocomerata, biciclettata) o tecnico-scientifici (tartufata, zumata).
Ritenendo che da questo corpus, aggiornato al 2000, restassero esclusi neologismi di notevole interesse (come berlusconata o pizzata), ho provveduto a integrarlo selezionando i più significativi e effettuando alcune ricerche al fine di verificarne l’effettivo uso da parte dei parlanti. Per fare ciò, mi sono appoggiata all’archivio online del quotidiano “La Repubblica”, che ne raccoglie tutti i numeri, comprese le edizioni locali, a partire dal 1984. Grazie alla natura digitale di questo archivio, ho potuto agevolmente compiere ricerche sui lemmi che mi interessavano e farmi un’idea sull’effettiva produttività di certi significati di –ATA, finora trascurati proprio perché considerati non particolarmente degni di nota. In casi più limitati, ho compiuto ricerche nei blog e nei forum presenti sul web (riportando sempre l’indirizzo di riferimento).
Per quanto riguarda questa seconda parte, dunque, sono stati presi in considerazione alcuni lemmi specifici appartenenti a categorie di significato non ancora completamente indagate dagli autori. Tra i 152 lemmi presenti nel corpus ricavato dal De Mauro, ho effettuato un ulteriore ripartizione tra deverbali, denominali e deaggettivali. Questi ultimi, quasi mai presi in considerazione prima d’ora, si sono rivelati i più sfuggenti: se è innegabile che genialata o pacchianata siano derivati da aggettivi, più ambigui sono i casi di stupidata o cretinata, che, per quanto siano in primo luogo considerati aggettivi e solo in seguito sostantivi, sono sempre stati ritenuti denominali (“atto tipico di uno stupido”, “atto tipico di un cretino”). Torneremo su questo punto a tempo debito.